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Il caso Priebke

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 14:54
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Sesso: Maschile
24/10/2013 14:54
 
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Ci si interroga su come mai in tutte le epoche ed in modo particolare nel XX secolo si sono visti atti i quali non possono essere classificati “umani” ne tantomeno “animali”, e come mai nella fattispecie moltissime persone dall’ideologia nazista non si sono fatti scrupolo di crimini efferati?, ci si domanda come mai costoro non si rendessero conto delle loro azioni.



Per prima cosa chiediamoci se tutte queste persone fossero “malvage”, cioè se la malvagità era in loro innata, penso che l’uomo non abbia la malvagità innata, incline all’errore certamente, ma non malvagio, poiché essa se fosse innata non farebbe preferenze o distinzione su chi attuare tale condotta, ma noi vediamo che persone ritenute “malvagie” mostrano invece una sorta di “amore” per alcune persone.



Cercheremo allora di ragionare per analogia.



Una tecnica per sottomettere il prossimo alla propria volontà è ciò che chiamiamo “Condizionamento Mentale”, tecnica subdola, micidiale, la quale priva la persona della capacità di valutazione, del potere decisionale in quanto il medesimo viene delegato al Leader, il Leader assume tutti i ruoli, fa della propria organizzazione una “Nicchia”, in cui persone da un carattere forse debole o indebolito da varie circostanze, si sentono, protetti, soddisfatti, realizzati, i loro obiettivi, le loro aspirazioni, le loro mete, sono l’eco delle mete e aspirazioni del Leader, soddisfacendo il Leader si sentono appagati, sicuri e convinti che tale modo di agire sia, sia il migliore sia autonomo, si può dire che su costoro vi siano stati due atti, la “de programmazione” e la “ri-programmazione”, tutto ciò senza che il soggetto ne fosse consapevole.



Ciò lo possiamo vedere nelle varie “Sètte”, persone che non si esimano nel veder morire un proprio caro rifiutando una terapia medica la quale avrebbe salvato la vita, queste persone sono “state” convinte che tale condotta fa piacere a Dio, convinte a credere, senza possibilità da parte loro di un esame critico a ciò che è proposto, ecco allora, che persone fondamentalmente buone, diventano agli occhi di coloro che li osservano dei “malvagi”, degli “assassini” i quali non si fanno scrupolo di lasciar morire i propri cari, ma ciò che appare non sempre è ciò che è, ma ciò che sembra essere, la cosa e molto diversa.



Tutti noi ricordiamo quel suicidio di massa, oltre 900 persone tra uomini, donne, vecchi e bambini, che avendo perso la propria identità di essere, si sono trasformati da soggetti in oggetti da usare secondo la volontà del loro leader, le loro volontà dipendevano dalla volontà del leader, e quando costui li ha convinti al suicidio per un migliore chissà che cosa, queste povere persone ormai prive di volontà non hanno potuto far altro che obbedire, ponendo fine alla propria e altrui vita.



Di questi esempi ve ne sono a centinaia, allora, possiamo comprendere che certi atti dei vari personaggi (come il soggetto in questione)sono dettati da un particolare grado di condizionamento, il quale sarà ben difficile eliminarlo.



E’ colpevole Priebke!, senza dubbio è colpevole, poiché ogni persona è responsabile dei propri atti, gli effetti in questo caso le vittime, sono il risultato di quegli atti, solo comprendendone le cause possiamo farci una ragione di tali atti.



Franco
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"Cio’ che i Cattolici furono un tempo , noi lo siamo ora . Se noi abbiamo torto , allora anche i Cattolici hanno avuto torto per duemila anni . Noi siamo cio’ che un tempo siete stati voi. Noi crediamo in cio’ che voi un tempo credevate . La nostra fede e’ la stessa che un tempo avevate anche voi . Se noi abbiamo torto ora , avevate anche voi torto allora . Se avevate ragione voi allora , abbiamo ragione noi adesso".
Robert De Piante

“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger - Commentary on the documents of Vatican II, vol. V, p. 134, Herbert Vorgrimler - Ed. Herder and Herder)
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