00 24/06/2015 22:52
cardiologia.net
I ricercatori hanno valutato i dati su 2.9 milioni di pazienti per valutare il possibile legame tra impiego dell’inibitore della pompa protonica ( PPI ) e rischio cardiovascolare.

I dati sono stati ottenuti dal database STRIDE della Stanford University ( 1.8 milioni di pazienti ) e da un sistema di registrazione sanitaria elettronica della Practice Fusion ( 1.1 milioni di pazienti ).
STRIDE ha incluso i dati per il periodo 1994-2011, e il database basato sul Web ha incluso i dati per il periodo 2007-2012.

I dati sono stati valutati per l'uso di inibitori della pompa protonica dopo una indicazione per la malattia da reflusso gastroesofageo ( MRGE ), seguita da incidenza di infarto miocardico.

Gli inibitori della pompa protonica valutati hanno incluso: Dexlansoprazolo, Esomeprazolo, Lansoprazolo, Omeprazolo, Pantoprazolo e Rabeprazolo.

Un legame tra uso di inibitori della pompa protonica e infarto miocardico è stato osservato in entrambi i set di dati.
Il database STRIDE comprendeva 70.477 pazienti adulti affetti da malattia da reflusso gastroesofageo, 22.411 dei quali sono andati incontro a infarto miocardico e il 45.9% di questi aveva utilizzato uno o più inibitori della pompa protonica.

Tra questi pazienti, i ricercatori hanno calcolato un odds ratio ( OR ) aggiustato per infarto miocardico di 1.16 ( 95% CI, 1.09-1.24 ).
Questa associazione variava leggermente in base all’inibitore utilizzato ( range 1.08-1.34 ).

La relazione osservata si è mantenuta anche dopo l'esclusione dei pazienti trattati con Clopidogrel ( OR aggiustato = 1.14; 95% CI, 1.06-1.24 ).

I ricercatori hanno osservato che i pazienti trattati con i farmaci anti-H2 ( antagonisti dei recettori H2 dell’istamina ), una terapia alternativa per la malattia da reflusso gastroesofageo, non hanno presentato un aumento del rischio di infarto miocardico ( OR aggiustato = 0.93; 95% CI, 0.86-1.02 ).

L’analisi del secondo set di dati, che comprendeva 227.438 pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo, ha portato a risultati simili a quelli del database STRIDE ( OR aggiustato = 1.19; 95% CI, 1.09-1.3 ).

I ricercatori hanno anche valutato i dati raccolti da 1503 pazienti arruolati nello studio prospettico di coorte GenePAD, ed è emerso un aumento significativo del rischio di mortalità cardiovascolare negli utilizzatori di inibitori della pompa protonica dopo aggiustamento per le comorbidità cardiovascolari ( hazard ratio, HR = 2; 95% CI, 1.07-3.78 ).
In modo simile all'analisi STRIDE, i farmaci anti-H2 non sono risultati associati a un aumentato rischio in questa popolazione ( HR= 1; 95% CI, 0.14-7.26 ). ( Xagena2015 )

Fonte: PLoS One, 2015

Gastro2015 Cardio2015 Farma2015
fonte
www.cardiologia.net/articolo/gli-inibitori-della-pompa-protonica-possono-aumentare-il-rischio-di-infarto-mi...
tratto da
www.xagena.it
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"Cio’ che i Cattolici furono un tempo , noi lo siamo ora . Se noi abbiamo torto , allora anche i Cattolici hanno avuto torto per duemila anni . Noi siamo cio’ che un tempo siete stati voi. Noi crediamo in cio’ che voi un tempo credevate . La nostra fede e’ la stessa che un tempo avevate anche voi . Se noi abbiamo torto ora , avevate anche voi torto allora . Se avevate ragione voi allora , abbiamo ragione noi adesso".
Robert De Piante

“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger - Commentary on the documents of Vatican II, vol. V, p. 134, Herbert Vorgrimler - Ed. Herder and Herder)