Ignarro e la nitroglicerina salvavita (trascrizione)

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Tommaso de Torquemada
00mercoledì 16 agosto 2017 21:30
Le Scienze 05 agosto 2017

Louis Ignarro.

Trascrizione integrale della videointervista di Paolo Magliocco a Louis Ignarro.

L'intervista è stata realizzata durante il Festival della Scienza Medica che si è tenuto a Bologna dal 20 al 23 aprile 2017.

(Trascrizione e traduzione a cura di P. Magliocco)

La molecola del monossido d'azoto (NO) è molto semplice: un atomo di azoto e uno di ossigeno legati insieme. Ma è anche molto instabile, è un gas, e dunque scoprire che si tratta di una molecola importante per la trasmissione di segnali all'interno del nostro organismo è stata una vera sorpresa.

Ancora più soprendente è stato scoprire che questa molecola viene prodotta direttamente dal metabolismo delle nostre cellule. Infatti NO ha un ruolo importante nel sistema cardiovascolare perché rilassa la parete delle arterie e delle vene, evita l'aggregazione delle piastrine e insomma è fondamentale per evitare aterosclerosi, infarto e ictus (e per l'erezione del pene, da cui lo sviluppo del Viagra). Ma svolge anche una lunga serie di altre funzioni che sono ancora oggetto di studio.

Alla scoperta del ruolo del monossido d'azoto ha contribuito in modo determinante Louis Ignarro, biochimico e farmacologo di origine italiana, che con le sue ricerche ha vinto il Nobel per la Medicina insieme con Ferid Murray e Robert Furchgott prima di decidere che la sua scoperta merita di essere trasformata anche in prodotti commerciali.

Professor Ignarro, la scoperta del monossido d'azoto e del suo ruolo ha richiesto molto tempo. Perché così tanto?
Perché il monossido d'azoto è una sostanza con la quale è davvero difficile lavorare. Non è un solido o un liquido, ma un gas, come l'ossigeno, ed è molto instabile. Quando si forma, scompare in meno di uno o due secondi e nessuno pensava che potesse esserci nel corpo umano. Così quando abbiamo scoperto che aveva un ruolo farmacologico, nel ridurre la pressione arteriosa, ancora non pensavamo che potesse essere
prodotto nel nostro corpo.

E questo è stato il suo ruolo nella scoperta: trovare il monossido d'azoto nel nostro corpo e come viene prodotto?
La scoperta di come viene prodotto è stata soprattutto di altri. Quello che scoprimmo noi è che è importante per ridurre la pressione arteriosa, per migliorare il flusso sanguigno verso vari organi e per inibire la funzione delle piastrine, in altre parole per evitare che l'ostruzione del sangue. Questa è la prima funzione che abbiamo scoperto. Poi è stato scoperto anche che può essere prodotto nel nostro corpo. Ma come questo avvenga è stato chiarito da altre persone.

Come ha cominciato a occuparsi del monossido d'azoto?
La nitroglicerina, come sa, è un esplosivo, quella con cui Nobel creò la dinamite, ed era risaputo da un secolo che può ridurre la pressione sanguigna, aumentare la capacità di ossigenazione nel cuore e prevenire gli attacchi di cuore. Ma nessuno aveva idea di come questo accadesse. E questo è ciò che abbiamo mostrato noi: quando introduci la nitroglicerina le arterie la possono metabolizzare in NO. E allora, una volta fatta questa scoperta, ho pensato: bene, se il nostro corpo risponde così bene al monossido d'azoto, voglio vedere se può essere prodotto anche dalle cellule. E ci sono voluti cinque anni per fare questi esperimenti e capire che sì, le nostre cellule possono produrre monossido d'azoto.

Insomma, il suo interesse è stato soprattutto scientifico, puramente scientifico.
No. Fin dai tempi del College, ho amato la scienza, la chimica e la biologia. Ma sono anche stato colpito sempre dal fatto che tante persone vivessero in salute fino a cent'anni mentre molte altre avevano un infarto, un attacco cardiaco, pressione alta, diabete. E allora continuavo a chiedermi se il nostro corpo non producesse una molecola in grado di proteggerci dalle malattie cardiovascolari, immaginando che alcune persone ne producessero di più e altri non abbastanza e per questo soffrissero di problemi cardiovascolari. Ho sempre avuto questo in testa e volevo fare ricerca su questo. Ma non sapevo da dove cominciare. Così quando scoprimmo che le cellule potevano produrre monossido d'azoto, ho pensato che questa potesse essere la molecola che ci può proteggere dalle malattie cardiovascolari.

Come mai non è diventato un medico?
Perché non amo la parte che ha a che fare con il sangue. Ho seguito i primi due anni dei corsi di medicina e mi piacevano molto: anatomia, embriologia, microbiologia poi era fantastica. Ma quando sono dovuto entrare al Pronto soccorso per visitare pazienti che arrivavano dopo aver avuto un incidente e che sanguinavano... Non mi è piaciuto. E ho deciso che la medicina non faceva per me, che amavo la ricerca, e ho continuato solo nella ricerca. Per fare il farmacologo devi essere un fisiologo, biochimico, microbiologo. È difficile. Devi padroneggiare tutte le scienze di base, non solo una o due. E puoi capire la ricerca che fai e dare delle risposte migliori. Avrei potuto essere un medico, ma quando guardo alle altre persone vedo che o sono brave a fare il medico, oppure a fare il ricercatore. Fare bene tutte e due le cose può succedere, ma è raro. Qualcuno può farlo, ma io no.




Nel suo libro lei parla di un altro problema per le sue ricerche: la difficoltà a trovare fondi.
Sì, negli Stati Uniti, a differenza dell'Italia, è piuttosto facile trovare fondi per le tue ricerche, ma devi convincere l'agenzia che ti finanzia, come i National Institutes of Health o la American Heart Association che hai una buona idea. Se chiedi fondi con una buona idea ti daranno i soldi per la tua ricerca e io ho sempre trovato molti fondi, ma appena ho fatto la prima richiesta per gli studi sul monossido d'azoto mi dissero: che diavolo è? Non può trattarsi di una cosa importante! Non ti daremo un soldo. Dovetti usare finanziamenti che venivano da altre fonti, compresi i miei stessi soldi. Poi quando pubblicai il primo paper che altri lo cominciarono a citare, allora diventò facile trovare fondi.

Insomma, nessuno ci credeva al monossido d'azoto all'inizio.
Sì, penso che all'inizio ci fossero al massimo dieci persone che credevano nel monossido d'azoto. E tre di loro hanno ricevuto il Nobel! Già, quindi ce n'erano solo altri sette che ci credevano! Ma è divertente, perché appena il mio laboratorio dimostrò che il nostro organismo è in grado di produrre NO, subito migliaia di persone hanno cominciato a lavorarci. Quando ho pubblicato il primo lavoro nel 1986 forse cento persone lavoravano sul monossido d'azoto e nel 1998, dodici anni dopo, quando ricevemmo il Nobel, ce n'erano 5000. Un vero boom!

Pensa che ci siano ancora cose da scoprire sul suo ruolo nel nostro organismo?
Oh, sì. Le faccio un esempio: il cervello contiene più NO e GMP ciclico di tutto il resto del corpo. E non abbiamo idea del perché. È per questo che dico ai giovani ricercatori: volete vincere il Nobel? Scoprite perché c'è tanto NO nel cervello.

Dobbiamo dire qualcosa del giorno in cui le seppe di aver vinto il Nobel.
Oh, sì. Il 12 ottobre del 1998. Ero a Nizza per una conferenza e il mio amico Federico Cerino dell'Università Federico II di Napoli mi invitò per una lezione. Un volo molto breve, ma a aquanto pare proprio in quel momento venne dato l'annuncio del Nobel da Stoccolma. Così quando sbarcai dall'aereo avevo davanti centinaia di persone e fotografi con i flash e le telecamere. E mi chiedevo che cosa stesse succedendo, mi voltai perché pensavo che il presidente della Repubblica italiana potesse essere con me sull'aereo. Finché il mio amico non mi mostrò il lancio di agenzia che annunciava che mi avevano dato il Nobel per la Medicina. Quasi svenni.

A Napoli, cioè la città dei suoi genitori.
Mio padre era nato a Torre del Greco, ma morì anni prima che ricevessi il Nobel. Mentre mia madre, che era ancora viva e in buona salute, era così felice non solo che avessi avuto il Nobel, ma anche che lo avessi saputo a Napoli, dove mio padre era nato. Il momento perfetto!

I suoi genitori hanno avuto un ruolo molto importante per lei.
Mio padre non era mai andato a scuola. Costruiva navi a Napoli e diventò un carpentiere a New York. E neanche mia madre era mai stata a scuola. Si prendeva cura di sei fratelli e sorelle a Panarea. Poi si trasferì a New York e i miei genitori si conobbero e si sposarono a Brooklyn, nel quartiere italiano ovviamente. E lì io nacqui nel 1941. Mio padre ha sempre desiderato che io diventassi qualcuno, non voleva che facessi il carpentiere come lui. Mi obbligò ad andare a scuola e si assicurò che crescessi bene, che non frequentassi cattive compagnie. New York poteva esser molto pericolosa con le sue gang. Lui è sempre stato molto gentile. Anche mia madre mi ha guidato, però dicendomi: “Fai questo! Fai quello! Guarda che te le do!” E insomma, tra uno e l'altro sono rimasto sulla strada giusta.

Dopo la scoperta del ruolo del monossido d'azoto lei ha deciso di impegnarsi nello sviluppo di prodotti da vendere. Non è una scelta consueta per un Nobel.
Vero, vero. La ragione è che con la mia consocenza degli effetti del NO ho capito che per una vita in salute ci vogliono tre cose: una dieta sana, come in Italia; l'attività fisica, che è estremamente importante; e certe sostanze che chiamiamo integratori, che oggi grazie alle conoscenze di chimica e medicina possiamo in molti casi produrre, estraendoli dai cibi e mettendoli in capsule o pillole da prendere per aumentare la produzione di NO nel nostro organismo. Così ho deciso circa 15 anni fa di avviare un'impresa focalizzata solo sullo sviluppo di prodotti che aumentano la NO ed è stato un grande successo. Ed è quello che voglio fare!

Non voleva continuare a fare ricerca?
No, no, ne ho avuto abbastanza in 42 anni. È faticoso. Quello che io voglio fare adesso è portare i risultati alla gente. Ho sviluppato i prodotti e ho provato a venderli. Non tanto per i soldi. Certo, va bene avere i soldi, ma non ne faccio così tanti. Voglio che tutti usino questi prodotti per stare bene. Molte altre aziende hanno sviluppato i loro prodotti, basati sui miei. E io non ci guadagno nulla quando li vendono, ma va bene lo stesso! Voglio solo che tutti li usino. Non importa se siano i miei o no. E penso che la fondazione scientifica che li stduia scoprirà che l'uso di questi integratori è molto sano e si diffonderanno ancora di più.

Ma lei pensa che la regolamenteìazione degli integratori sia sufficiente per proteggere la salute delle persone?
Io ne capisco soprattutto di NO. E so che se tutti prendessero gli integratori che mia moglie e io prendiamo, facendo anche una dieta sana e una certa attività fisica, vivrebbero non dico più a lungo, che può non essere così importante, ma più in salute. Faremmo risparmiare agli stati un sacco di soldi e alle persone e alle famiglie guai. E spero prima di morire di vedere finalmente che la gente ci creda.

Lei pensa che spingere le persone a compare e consumare integratori sia una buona idea?
Penso di sì. Sono ingredienti del cibo. Uno dei prodotti che ho sviluppato contiene amminoacidi come arginina e citrullina. E il tuo corpo è pieno di queste sostanze. Le mangi con il pesce e con la carne, ma hai bisogno di mangiare un chilo di pesce, che contiene un sacco di calorie, mentre con gli integratori puoi avere gli stessi benefici con zero calorie. Spingiamo perché la gente lo capisca. Ed è il motivo per cui sto cercando di scrivere un altro libro per rendere il monossido d'azoto familiare. Ogni bambino sa che cos'è il Viagra, ma nessuno sa che cosa sia il monossido d'azoto e c'è qualcosa di sbagliato in questo!
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