Fibrillazione atriale: sintomi, terapia e cause

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francocoladarci
00lunedì 14 maggio 2012 14:23
Posted: 13 May 2012 11:04 PM PDT

Introduzione
Cause
Sintomi
Pericoli
Diagnosi
Cura
Prevenzione
Introduzione
La fibrillazione atriale è la forma più diffusa di aritmia cardiaca: l’aritmia è un problema della frequenza o del ritmo cardiaco. Durante gli episodi di aritmia il cuore può battere troppo velocemente, troppo lentamente oppure con un ritmo irregolare.

Si diagnostica fibrillazione atriale quando le due cavità superiori del cuore (gli atri) fibrillano a causa di segnali elettrici disorganizzati: “Fibrillare” significa “contrarsi molto velocemente e con un ritmo irregolare”.

Durante la fibrillazione atriale il sangue si accumula negli atri e non viene pompato completamente nelle due cavità inferiori del cuore (i ventricoli). Gli atri e i ventricoli, quindi, non riescono a lavorare con la giusta sincronia.

Chi soffre di fibrillazione atriale può non avvertire alcun sintomo ma, anche se asintomatica, la fibrillazione atriale può far aumentare il rischio di infarto. In alcuni pazienti la fibrillazione atriale può causare dolore al torace o l’insufficienza cardiaca, soprattutto se il ritmo del battito è molto rapido.

La fibrillazione atriale può essere sporadica, abbastanza frequente oppure può diventare un problema cronico che dura per molti anni.

Prognosi
Chi soffre di fibrillazione atriale può condurre una vita normale e attiva ed in alcuni pazienti la terapia riesce a ripristinare la frequenza cardiaca normale.

Per chi è affetto da fibrillazione atriale cronica, la terapia può contribuire al controllo dei sintomi e alla prevenzione delle complicazioni. La terapia può comprendere:

assunzione di farmaci,
interventi chirurgici,
modifiche dello stile di vita.
L’attività elettrica del cuore
Per capire meglio le cause della fibrillazione atriale è utile esaminare brevemente il funzionamento del sistema elettrico interno del cuore.

Ogni volta che il cuore batte, un impulso elettrico parte dalla sommità dell’organo per raggiungere la parte inferiore. Il passaggio dell’impulso fa contrarre il muscolo cardiaco e quindi il cuore pompa il sangue nell’organismo.

Gli impulsi elettrici hanno origine in un gruppo di cellule, detto nodo senoatriale. Il nodo senoatriale si trova nell’atrio destro. In un cuore sano di una persona adulta il nodo senoatriale emette un impulso per far iniziare un nuovo battito da 60 a 100 volte al minuto (il ritmo cardiaco può essere inferiore in caso di atleti molto allenati).

Partendo dal nodo senoatriale, l’impulso elettrico attraversa l’atrio destro e poi l’atrio sinistro. Fa contrarre gli atri, e quindi il cuore pompa il sangue nei ventricoli.

L’impulso elettrico, poi, raggiunge il nodo atrioventricolare, che si trova tra gli atri e i ventricoli. Qui rallenta leggermente, dando il tempo ai ventricoli di finire di riempirsi di sangue.

L’impulso elettrico, poi, lascia il nodo atrioventricolare e raggiunge i ventricoli, facendoli contrarre e pompare il sangue nei polmoni e nel resto dell’organismo. I ventricoli si rilassano e il processo che causa il battito cardiaco ricomincia dal nodo senoatriale.

Il problema elettrico della fibrillazione atriale
Nei pazienti che soffrono di fibrillazione atriale, l’impulso che dà origine al battito non parte dal nodo senoatriale, ma in una zona diversa degli atri o nelle vene polmonari immediatamente vicine. Gli impulsi elettrici non riescono a percorrere normalmente i tessuti e si diffondono negli atri in modo veloce e disorganizzato. Gli atri, quindi, iniziano a fibrillare.

Gli impulsi elettrici difettosi eccitano il nodo atrioventricolare, quindi anche i ventricoli iniziano a battere molto velocemente. Il nodo atrioventricolare, tuttavia, non è in grado di inviare gli impulsi ai ventricoli appena arrivano. Quindi, anche se i ventricoli battono più velocemente del normale, non battono mai così in fretta come gli atri.

Gli atri e i ventricoli, quindi, non riescono a battere a tempo, e il battito cardiaco accelera e diventa irregolare. Durante la fibrillazione atriale, i ventricoli possono raggiunge i 100, 175 battiti al minuto, contro la normale frequenza che si attesta tra i 60 e 100 battiti al minuto.

Durante la fibrillazione il sangue non viene pompato bene nei ventricoli, inoltre la quantità di sangue pompata dai ventricoli nel resto del corpo è basata sui battiti degli atri, la cui frequenza è irregolare.

L’organismo riceve piccole quantità di sangue che scorre velocemente intervallate, di tanto in tanto, da quantità maggiori di sangue. La quantità di sangue dipende dal sangue che riesce a passare dagli atri ai ventricoli ad ogni battito.

La maggior parte dei sintomi della fibrillazione atriale è connessa alla velocità del battito cardiaco: se, grazie ai farmaci o all’età, la frequenza cardiaca è rallentata, i sintomi diminuiscono.

Gli episodi di fibrillazione atriale possono essere di breve durata, con sintomi intermittenti che scompaiono spontaneamente, oppure la fibrillazione atriale può essere cronica e richiedere una terapia. In alcuni casi la fibrillazione atriale è permanente e non si riesce a ripristinare la normale frequenza cardiaca nemmeno con i farmaci o con altre terapie.

Cause
La fibrillazione atriale è causata da lesioni al sistema elettrico del cuore che, spesso, sono provocate da altre patologie che colpiscono il cuore, ad esempio l’ipertensione e la coronaropatia.

Il rischio di soffrire di fibrillazione atriale aumenta all’aumentare dell’età del paziente; i ricercatori, inoltre, ipotizzano che anche l’infiammazione possa contribuire a causare la fibrillazione atriale.

In alcuni casi la causa della fibrillazione atriale è sconosciuta.

Fattori di rischio
La fibrillazione atriale colpisce milioni di persone e la sua incidenza sta aumentando sempre più.
Gli uomini sono più a rischio delle donne.
Negli Stati Uniti la fibrillazione atriale colpisce con maggior frequenza i bianchi, rispetto agli afroamericani o agli ispanoamericani.
Il rischio di soffrire di fibrillazione atriale aumenta con l’aumentare dell’età del paziente, soprattutto perché anche il rischio di patologie cardiache e altre patologie a monte è direttamente proporzionale all’età. Tuttavia, la metà circa dei pazienti affetti da fibrillazione atriale ha meno di 75 anni.
La fibrillazione atriale è molto rara tra i bambini.
Fattori di rischio principali
La fibrillazione atriale colpisce con maggior frequenza i pazienti che soffrono di:

ipertensione,
coronaropatia,
insufficienza cardiaca,
malattia reumatica cardiaca,
malformazioni cardiache, come il prolasso della valvola mitralica,
pericardite (infiammazione della membrana che avvolge il cuore),
malformazioni cardiache congenite,
malattia del nodo del seno, in cui i segnali elettrici del cuore non iniziano correttamente e il battito cardiaco rallenta; in alcuni casi il cuore può alternare tra un battito cardiaco veloce e un battito lento).
La fibrillazione atriale colpisce con maggior frequenza i pazienti che hanno avuto un infarto o che si sono appena sottoposti a un intervento chirurgico.

Altri fattori di rischio
Tra le altre patologie che fanno aumentare il rischio di soffrire di fibrillazione atriale ricordiamo:

l’ipertiroidismo (eccesso di ormoni tiroidei),
l’obesità,
il diabete,
le patologie polmonari.
Esistono anche altri fattori che possono aumentare il rischio di soffrire di fibrillazione atriale, il rischio, ad esempio, aumenta quando si eccede con l’alcol o ci si ubriaca. In alcuni pazienti può essere sufficiente anche una minima quantità di alcol. La fibrillazione atriale può inoltre essere provocata dalla caffeina o dallo stress psicologico.

Alcuni dati sembrerebbero indicare che chi soffre di apnea nel sonno corre un maggior rischio di soffrire di fibrillazione atriale. L’apnea nel sonno è un disturbo frequente che fa interrompere la respirazione una o più volte durante il sonno o fa fare respiri poco profondi mentre si dorme.

Anche la sindrome metabolica fa aumentare il rischio di soffrire di fibrillazione atriale. La sindrome metabolica raccoglie diversi fattori di rischio che fanno aumentare il rischio di soffrire di coronaropatia e di altri problemi di salute, ad esempio il diabete e l’ictus.

Le ricerche indicano che i pazienti sottoposti a terapia con dosi massicce di cortisone presentano un rischio maggiore di soffrire di fibrillazione atriale. Questo tipo di terapia è usata per l’asma e per alcune patologie infiammatorie: può diventare un fattore scatenante in pazienti che presentano altri fattori di rischio per la fibrillazione atriale.

Probabilmente anche i fattori genetici possono causare la fibrillazione atriale, tuttavia la loro incidenza non è ancora stata completamente indagata.

Sintomi
Il sintomo più frequente sono le palpitazioni od un battito cardiaco irregolare.

In alcuni casi i pazienti affetti da fibrillazione atriale non presentano alcun sintomo e la patologia viene diagnosticata solo in seguito a una visita medica. Altri pazienti, invece, possono avvertire uno o più dei sintomi seguenti:

battito cardiaco rapido e irregolare,
palpitazioni o cuore che batte “più forte” del solito,
capogiro,
fiato corto e ansia,
debolezza,
fiacchezza o stato confusionale,
affaticamento in seguito all’esercizio fisico,
sudorazione,
dolore al torace o compressione toracica (Il dolore toracico o la compressione toracica sono situazioni di emergenza, perché potrebbero essere sintomi di un infarto. Chiamate immediatamente l’ambulanza!).
Esistono diversi tipi di fibrillazione atriale? Hanno sintomi diversi?
I sintomi della fibrillazione atriale, in generale, sono sempre gli stessi; tuttavia, a seconda della durata della fibrillazione e delle sue cause, i medici distinguono diversi tipi di fibrillazione.

Si ha una fibrillazione parossistica quando il cuore ritorna spontaneamente al ritmo normale. Chi soffri di questo tipo di fibrillazione atriale può avere episodi di fibrillazione solo alcune volte all’anno, oppure i sintomi possono verificarsi tutti i giorni. I sintomi sono altamente imprevedibili e spesso si trasformano in una forma di disturbo permanente.
La fibrillazione atriale persistente è un ritmo cardiaco irregolare che dura per più di 48 ore. Questo tipo di fibrillazione atriale non regredisce spontaneamente e richiede un qualche tipo di terapia.
La fibrillazione atriale cronica dura per un tempo indefinito e non è controllabile con una terapia farmacologica.
La fibrillazione atriale parossistica, con il passare del tempo, può diventare sempre più frequente e durare sempre più a lungo, trasformandosi in fibrillazione permanente o cronica. Tutti i tipi di fibrillazione atriale possono far aumentare il rischio di ictus. Anche se non avvertite alcun sintomo, il rischio di avere un ictus è cinque volte maggiore rispetto a chi non soffre di fibrillazione atriale.

I sintomi dell’infarto sono diversi da quelli della fibrillazione atriale?
Le palpitazioni e il battito irregolare sono sintomi tipici della fibrillazione atriale e non dell’infarto, ma molti problemi cardiaci presentano campanelli d’allarme simili. Se pensate di avere un infarto, non perdete tempo e chiamate immediatamente il 118. L’infarto è l’interruzione della circolazione diretta verso il cuore, spesso causata da un trombo o da una placca nell’arteria coronaria (il vaso sanguigno che trasporta il sangue verso una parte del muscolo cardiaco). L’infarto può danneggiare o distruggere parte del muscolo cardiaco. In alcuni casi l’infarto può essere improvviso e intenso, e non lasciare alcun dubbio sulla diagnosi. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, gli infarti iniziano lentamente, con un lieve dolore o fastidio. Chi ne è colpito non riesce a identificare la causa del malessere e aspetta troppo tempo prima di cercare aiuto.

Chi soffre di fibrillazione atriale dovrebbe conoscere i sintomi dell’ictus
Come già abbiamo ricordato, la fibrillazione atriale fa aumentare il rischio di ictus. Ecco alcuni segni premonitori dell’ictus che dovreste ricordare:

Fastidio o dolore al torace. Nella maggior parte dei casi l’infarto provoca fastidio o dolore nel centro del torace, che dura per alcuni minuti oppure è intermittente. Il fastidio può assomigliare a una sensazione di pressione, di schiacciamento o di riempimento.
Fastidio in altre zone della parte superiore dell’organismo.
Fiato corto.
Se avvertite uno o più di questi sintomi, chiamate immediatamente l’ambulanza:

Intorpidimento improvviso del volto, di un braccio o di una gamba, soprattutto se limitato a un solo lato,
Stato confusionale, problemi di parola o cognitivi improvvisi,
Problemi di vista improvvisi, in uno o in entrambi gli occhi,
Problemi a camminare, capogiro, perdita di equilibrio o di coordinazione improvvisi,
Forte mal di testa improvviso, senza cause evidenti.
Pericoli
La fibrillazione atriale può dare origine a due complicazioni principali: l’ictus e l’arresto cardiaco.

Ictus
Durante la fibrillazione atriale, gli atri (le due cavità superiori del cuore) non riescono a pompare tutto il sangue nei ventricoli, quindi parte del sangue ristagna al loro interno. Si può quindi formare un coagulo (o trombo) negli atri.

Se il coagulo si sposta e raggiunge il cervello, può causare un ictus. (Un coagulo che si forma in una parte dell’organismo e si sposta con il sangue circolante è detto embolo).

Gli anticoagulanti che servono per diminuire il rischio di ictus sono una parte importante della terapia dei pazienti affetti da fibrillazione atriale.

Arresto cardiaco
L’arresto cardiaco si verifica quando il cuore non è in grado di pompare tutto il sangue necessario all’organismo. La fibrillazione atriale può causare l’arresto cardiaco perché i ventricoli battono molto più in fretta del normale e non riescono a riempirsi completamente di sangue, quindi possono non essere in grado di pompare una quantità sufficiente di sangue nei polmoni e nell’organismo.

I sintomi più frequenti dell’arresto cardiaco sono l’affaticamento e la mancanza di fiato, causati dall’accumulo di fluidi nei polmoni. I fluidi possono anche accumularsi nei piedi, nelle caviglie e nelle gambe, provocando un aumento di peso.

Le terapie d’elezione per l’arresto cardiaco sono: la modifica dello stile di vita, la terapia farmacologica o l’intervento chirurgico (in rari casi, l’impianto di una pompa meccanica o il trapianto di cuore).

Diagnosi

Fibrillazione atriale, freccia rossa fibrillazione, freccia viola tracciato normale (http://it.wikipedia.org/wiki/File:Afib_ecg.jpg)

La fibrillazione atriale viene diagnosticata con l’elettrocardiogramma, o ECG, un esame semplice che dura solo pochi minuti. Durante l’elettrocardiogramma i medici posizionano gli elettrodi sul torace e sul corpo per registrare gli impulsi elettrici del cuore. La fibrillazione atriale può essere intermittente e quindi può non verificarsi durante l’elettrocardiogramma: il medico, quindi, può richiedervi di indossare un dispositivo per l’elettrocardiogramma portatile.

L’elettrocardiogramma portatile è eseguito con un dispositivo detto monitor Holter, ed è un esame che dura 24 ore. Il medico, poi, vorrà diagnosticare le cause della fibrillazione atriale: controllerà il cuore, la pressione, la glicemia e i livelli degli ormoni tiroidei.

Cura e terapia
Alcuni casi di fibrillazione atriale guariscono spontaneamente, in questo caso il medico eseguirà comunque gli esami per escludere eventuali patologie che potrebbero causare la fibrillazione atriale. Se invece la fibrillazione continua, il medico potrà curarla in diversi modi.

Di norma si prova a curare la causa a monte della fibrillazione atriale e così facendo, in alcuni casi, la frequenza cardiaca ritornerà alla normalità. Ad esempio,

se la fibrillazione atriale è causata da una tiroide troppo attiva, sarà probabilmente necessario rimuovere la tiroide chirurgicamente o usando lo iodio radioattivo;
se la fibrillazione atriale è causata da una patologia delle valvole cardiache, potrebbe essere necessario sostituire la valvola con un intervento chirurgico.
Può inoltre essere utile, in alcuni casi, controllare l’ipertensione e la glicemia, anche per prevenire ulteriori problemi cardiaci.

Se la fibrillazione atriale non migliora, è possibile tentare altri interventi, ad esempio la cardioversione, che serve per riportare alla normalità la frequenza cardiaca.

Se la cardioversione è sconsigliata o non ha successo, vengono somministrati gli anticoagulanti per impedire la formazione di trombi nel cuore.

Cardioversione
La cardioversione può essere effettuata con diversi farmaci oppure somministrando un impulso elettrico nella zona del torace. A seconda della condizione del paziente, può essere tentato un altro intervento, detto ablazione trans catetere con radiofrequenza. Durante quest’intervento, parte delle cellule responsabili dell’attività elettrica del cuore viene distrutta usando una lieve corrente elettrica. L’impulso elettrico viene somministrato usando un catetere che raggiunge il cuore attraverso i vasi sanguigni. Dopo l’intervento può essere necessario impiantare un pacemaker, perché il cuore perde la capacità di generare e regolare il battito. I pazienti, inoltre, probabilmente devono sottoporsi a una terapia farmacologica per il resto della vita, per prevenire la ricorrenza della fibrillazione atriale.

Anticoagulanti
Se la cardioversione non ha successo, il rischio di formazione di trombi all’interno del cuore aumenta considerevolmente. Vengono quindi somministrati gli anticoagulanti per cercare di diminuire il rischio di formazione di trombi. L’anticoagulante usato con maggior frequenza è il warfarin (Coumadin®).

Il warfarin è un farmaco molto utile che ha effetti collaterali potenzialmente significativi. Il medico dovrà fare esami del sangue a cadenza regolare per prescrivervi il dosaggio corretto.

Per prevenire le complicazioni dovute alla fibrillazione atriale o al warfarin, è essenziale sottoporsi a visite di follow up regolari.

Convivere con la fibrillazione atriale
Chi soffre di fibrillazione atriale, anche cronica, può condurre una vita normale e attiva. Se soffrite di fibrillazione atriale è fondamentale fare controlli medici regolari.

Non saltate le visite mediche. Tutte le volte che andate dal medico o in pronto soccorso, portate con voi un elenco dei farmaci che state assumendo, che sarà utile ai medici che vi visiteranno.

Se dovete assumere farmaci, seguite scrupolosamente le istruzioni del medico. Fate attenzione se dovete assumere farmaci da banco, integratori alimentari e farmaci contro il raffreddore e l’allergia. Alcuni di questi prodotti contengono sostanze stimolanti, in grado di aumentare la frequenza cardiaca ; inoltre, alcuni farmaci da banco possono avere interazioni dannose con i medicinali per il controllo del ritmo cardiaco.

Dite al medico se i farmaci causano effetti collaterali, se i sintomi peggiorano o se se ne presentano di nuovi.

Se assumete farmaci anticoagulanti, dovrete essere tenuti sotto stretto controllo medico. Ad esempio potreste dover eseguire esami del sangue regolari per controllare se i farmaci funzionano. Ricordate inoltre di informare il vostro medico della dieta che seguite. Alcuni alimenti, come le verdure a foglia verde, potrebbero interagire con il warfarin, un farmaco anticoagulante.

Chiedete al vostro medico di informarvi sull’attività fisica, sul controllo del peso e sulla possibilità di assumere alcolici. Scoprite quali provvedimenti potete prendere per gestire il vostro disturbo.

Prevenzione
Per riuscire a prevenire la fibrillazione atriale è possibile seguire uno stile di vita sano e prendere alcuni provvedimenti per diminuire il rischio di patologie cardiache, tra cui ricordiamo:

seguire una dieta amica del cuore, povera di grassi saturi, grassi trans e colesterolo. Una dieta sana dovrebbe essere ricca di cereali integrali, frutta e verdura, da assumere quotidianamente.
Non fumare.
Fare attività fisica.
Mantenere il peso forma.
Se già soffrite di patologie cardiache o avete altri fattori di rischio per la fibrillazione atriale, potete gestire il disturbo con l’aiuto del vostro medico. Oltre ad adottare gli stili di vita sani sopraelencati, che servono per tenere sotto controllo le patologie cardiache, il medico potrebbe consigliarvi di:

Seguire la dieta DASH per cercare di diminuire la pressione.
Tenere sotto controllo il colesterolo e i trigliceridi modificando la dieta e assumendo gli eventuali farmaci prescritti dal medico.
Limitare l’assunzione di alcol, o evitare completamente gli alcolici.
Tenere sotto controllo la glicemia, se avete il diabete.
Fare controlli medici regolari, e assumere tutti i farmaci prescritti.
Fonte Principale:

NIH.gov
heart.org
(traduzione ed integrazione a cura di Elisa Bruno)

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Tratto da
Farmaco e Cura
Franco
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