Da Dublino a Roma. Manuale per il perfetto matrimonio omosex

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francocoladarci
00sabato 23 maggio 2015 14:19
di Sandro Magister
22 mag



Il referendum per le nozze omosessuali nell’Irlanda una volta cattolica ha dato un colpo d’acceleratore anche in Italia alla marcia verso una legge sulla “civil partnership” tra persone dello stesso sesso.

Il fatto che il governo in carica in Italia sia zeppo di cattolici praticanti, a cominciare dal suo capo Matteo Renzi, non sembra frapporre ostacoli al procedere inesorabile dell’operazione. È cattolico conclamato anche il sindaco di Roma Ignazio Marino – ieri amico del cardinale Carlo Maria Martini e oggi in rapporti cordiali col suo confratello gesuita divenuto papa – che già si esercita benedicendo in Campidoglio le avanguardie delle coppie omosessuali in cerca di sigillo pubblico alla propria unione.

Né sembra minimamente impensierire i fautori, anche cattolici, della nuova legge l’opposizione delle gerarchie della Chiesa. Lo stesso papa Francesco ha tuonato più volte contro le nozze gay, ma è come se parli al vento. “Non pervenuto”, si direbbe, a vedere come la grande stampa oscura ogni volta queste sue parole.

L’unica precauzione dei fautori della legge è quella di non chiamare l’unione “matrimonio”, pur avendone i connotati. Il modello a cui si richiamano è quello tedesco dell’Eingetragene Lebensgemeinschaft, in vigore in Germania dal 2001.

Niente matrimonio, dunque, a parole, ma solo parità di diritti per le coppie omosessuali, descritte come ancora ingiustamente prive di tutte le facoltà riconosciute alle coppie sposate.

Il fatto è che di quasi tutte queste facoltà già godono in Italia non solo le coppie sposate, ma anche i conviventi.

Luciano Moia, su “Avvenire” di qualche giorno fa, ne ha fornito il preciso inventario.

ANAGRAFE – Il regolamento anagrafico in vigore dal 30 maggio 1989 stabilisce che “l’anagrafe è costituita di schede individuali, di famiglia e di convivenza”, senza bisogno in quest’ultimo caso di ulteriori registri.

ASSISTENZA SANITARIA – La legge n. 91 del 1 aprile 1999 prescrive che i medici devono fornire informazioni sulle cure tanto “al coniuge non separato” quanto “al convivente more uxorio”.

PERMESSI RETRIBUITI – La legge n. 8 del 2000 riconosce il permesso retribuito di tre giorni all’anno al lavoratore e alla lavoratrice anche in caso di documentata grave infermità del convivente.

CONSULTORI FAMILIARI – La legge n. 405 del 1975 assicura assistenza psicologica e sociale per i problemi della coppia e della famiglia anche ai componenti di una convivenza.

ASSISTENZA AI DETENUTI – Le norme sull’ordinamento penitenziario in applicazione della legge n. 354 del 1975 prevedono possibilità di colloqui e corrispondenza telefonica al “convivente detenuto” alle stesse condizioni stabilite per il coniuge.

FIGLI – Nessuna differenza sul piano legislativo tra genitori regolarmente sposati e conviventi. Addirittura la legge n. 6 del 2004, nell’elencare chi dev’essere preferito come amministratore di sostegno di una persona priva di autonomia, colloca “la persona stabilmente convivente” subito dopo il coniuge e prima del padre, della madre, dei figli, dei fratelli.

LOCAZIONI – La corte costituzionale, con la sentenza n. 404 del 1988, ha riconosciuto al convivente more uxorio il diritto di succedere nel contratto di locazione in caso di morte del partner, anche quando sono presenti eredi legittimi.

VITTIME DI MAFIA O TERRORISMO – La legge n. 302 del 1990 ha esteso anche ai conviventi more uxorio le provvidenze che lo Stato accorda alle vittime.

VITTIME DI ESTORSIONE E USURA – La legge n. 44 del 1999 comprende tra i beneficiari delle provvidenze anche i conviventi delle vittime.

ALTRE TUTELE – Oltre ai benefici fin qui elencati, vi sono garanzie per i conviventi anche per quanto riguarda l’assegnazione degli alloggi popolari, l’impresa a carattere familiare, il risarcimento dei danni patrimoniali, la protezione dei collaboratori e testimoni di giustizia.

Che cosa vorrebbero allora in più i fautori della nuova legge? I due benefici che finora spettano soltanto alle coppie sposate: la reversibilità della pensione dal coniuge defunto a quello in vita e la possibilità di adottare dei figli.

Il primo beneficio è già previsto dal disegno di legge in viaggio. Il secondo quasi. Sono questi i veri traguardi ai quali vogliono arrivare i fautori del matrimonio omosessuale. In una società dove di veri matrimoni se ne celebrano sempre di meno, sia in chiesa sia in municipio.
Fonte
magister.blogautore.espresso.repubblica.it/


Questo elenco di Luciano Moia, su “Avvenire” , riguarda il rapporto tra uomo/donna e non persone dello stesso
Francesco
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