Bergoglio e Pannella, affinità elettive

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Tommaso de Torquemada
00mercoledì 8 febbraio 2017 23:11
di Antonio Righi (01-02-2017)
Francesco e Pannella hanno cominciato a mandare segnali di fumo, elogiandosi a vicenda.



Quale è stato, per tutta la sua vita, il messaggio di Giacinto Pannella, detto Marco? Che il peccato non esiste. Pannella era un uomo molto attento alla teologia. Conosceva la dottrina cattolica molto meglio di moltissimi preti: la combatteva alla sua radice. Senza peccato, l’uomo non ha bisogno della misericordia e del perdono di Dio. Senza peccato, Cristo è inutile. Senza Dio, tutto è permesso.

Per questo Pannella si è battuto come un leone per rendere leciti divorzio, aborto, eutanasia, droga libera, omosessualità… Tutto ciò che per la Chiesa cattolica è peccato, per lui era cosa buona e giusta. Non solo l’omicidio di un bambino nel grembo materno, o di un malato, era un bene, per Pannella, ma anche il suicidio, sempre e comunque. Sapeva molto bene che non esiste affermazione più forte della propria divinità, da parte dell’uomo, che diventare padrone della propria vita: la vita è mia e la gestisco io. Impossibile dichiarare più evidentemente la morte e l’inutilità di Dio. Ma non è finita: come non ricordare le battaglie di Pannella contro la pena di morte e sulle carceri? Andrebbero capite bene: al di là delle furbizie di circostanza, Pannella voleva dire, ancora una volta, che il peccato non esiste. Che l’omicidio non va punito, perché l’uomo deve essere libero di fare ciò che vuole. Certamente, per non trovarsi del tutto solo Pannella ricorreva agli argomenti classici, sulle carceri sovraffollate ecc., ma mirava sempre allo stesso scopo: distruggere l’idea stessa della giustizia, anche di quella umana. Perché nel momento in cui la società mette in galera o condanna a morte un omicida, magari un serial killer, afferma che l’uomo non è padrone del bene e del male. E questo Pannella, nuovo teorico del superuomo, non lo poteva accettare.

1458205409959-h_00105792Ebbene, ad un certo punto Pannella ha cominciato ad esultare: quando ha visto che la stessa Chiesa cattolica, nella figura del papa, non lo osteggiava più. La misericordia di Francesco, infatti, altro non è che il relativismo di Marco. Una misericordia che perdona tutto, senza neppure bisogno del più piccolo segno di pentimento. La corrispondenza di amorosi sensi tra Pannella e il Vaticano (in primis con quel monsignor Vincenzo Paglia che Francesco ha nominato presidente della Pontificia Accademia per la Vita!) di oggi, è segno di una alleanza ideologica ben precisa. Francesco e Pannella hanno cominciato a mandare segnali di fumo, elogiandosi a vicenda. Questo nonostante il leader radicale non abbia mai cambiato di una virgola, sino alla morte, il suo pensiero, Francesco, quello che non ha tempo di rispondere ai suoi cardinali, ha cominciato a scrivergli, pubblicamente, e ad elogiare lui e la sua vestale, Emma Bonino. Insieme a loro, encomi anche per Giorgio Napolitano, che per un cattolico è colui che ha condannato a morte Eluana Englaro, cercando così di aprire le porte all’eutanasia.

Si sta esagerando? No di certo. Non è sempre Francesco che sta tentando di introdurre, con l’Amoris Laetitia, il divorzio “cattolico”? Non è sempre Francesco a togliere la scomunica per l’aborto, in nome della misericordia, ma in realtà per rendere sempre meno grave, nella percezione dei fedeli, questo delitto? Non è sempre lui ad attaccare, a testa bassa, ogni giorno, coloro che ricordano che Dio è anche Giustizia e che Cristo è venuto a compiere la legge, non ad abolirla? E non sono forse gli uomini a lui più vicini, da Antonio Spadaro, a Bruno Forte, a sdoganare piano piano l’omosessualità, mentre Monsignor Nunzio Galantino duetta con Monica Cirinnà?

14052731_538397386346131_1985875417_nDavvero, sembra che Pannella abbia vinto; sembra, per un credente, che il papa abbia cessato di fare il katechon, cioè di trattenere la forza dell’Anticristo. Può anche essere, come profetizzava sant’Agostino, che uomini che sono nella Chiesa, ma non della Chiesa, ne prendano momentaneamente il controllo. Non manca, nella tradizione della Chiesa, l’ipotesi di un papa eretico, cioè, in fondo, di un papa usurpatore, che quindi non è papa (ipotesi della sede vacante). E questo indipendentemente da come è avvenuta la sua elezione, indipendentemente dalla stranezza dei “due papi”: a causa della sua apostasia nei confronti della fede cattolica. Stiamo andando troppo in là? Chi lo pensa provi a chiedersi cosa avrebbe detto 5 anni fa, se qualcuno gli avesse profetizzato che il Vaticano, dopo gli elogi pubblici e reiterati di Pannella e Bonino, avrebbe invitato pubblicamente sulle sue cattedre personaggi che predicano, da decenni, l’autodistruzione dell’umanità e l’aborto forzato come Paul Ehrlich. E aggiunga questo dato: che i radicali di Pannella, tra i primissimi a introdurre un certo ambientalismo verde in Italia, sono anche coloro che hanno fondato l’associazione Rientro dolce, che vorrebbe portare l’umanità, tramite aborti, sterilizzazioni, eutanasia ecc. da 6/7 miliardi di persone a 2 miliardi. Sulla stessa scia di Ehrlich.

Che ora, morto Pannella, pontifica in Vaticano, mentre i difensori della vita e della famiglia vengono perseguitati.
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