Alla sbarra la Comune Rossa degli orrori del “Forteto” – venerdì 15 maggio a Firenze la requisitoria del PM

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francocoladarci
00giovedì 14 maggio 2015 13:03
di Pucci Cipriani
13 maggio 2015
BLOCCATO DALLA CASSAZIONE IL TENTATIVO DI FAR CADERE IN PRESCRIZIONE IL PROCESSO ALLA COOPERATIVA ROSSA DEL DONMILANMEUCCISMO FIORENTINO

di Pucci Cipriani



Dopo circa novanta dolorosissime udienze dibattimentali, nelle quali le vittime hanno dovuto testimoniare sulle nefandezze e le violenze subite nella cooperativa rossa de “Il Forteto”, in provincia di Firenze, finalmente la Suprema Corte di Cassazione ha rigettato l’ennesimo e miserrimo tentativo degli imputati della Comune del Donmilanmeuccismo (vedi in calce l’elenco linkato degli articoli già pubblicati su Riscossa Cristiana) di far cadere tutto, o quasi, in prescrizione, con il ricorso avanzato da 18 dei 23 imputati (il guru Fiesoli in testa), di rifare tutto da capo a Genova.

In passato questi “signori” donmilanmeuccisti erano riusciti a ricusare anche il giudice, successivamente riammesso. Addirittura un commissariamento della cooperativa rossa, già scritto dai tecnici, fu “magicamente” fermato.

Di questo si parlò anche in una conferenza nell’Auditorium della Regione Toscana con il Capo Gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale, Giovanni Donzelli, con il Capo Gruppo del Comune di Vicchio di Fratelli d’Italia, Caterina Coralli e con i giornalisti Roberto Dal Bosco e Pucci Cipriani.

Il processo dunque si avvia alle battute finali e sarebbe bello che i cittadini portassero, anche con la loro presenza, il riconoscimento allo sforzo della Procura e fossero vicini alle vittime del “Forteto”. Ecco le prossime date salienti

Venerdì 15 maggio, requisitoria del PM dott.ssa Ornella Galeotti dalle ore 9 per tutta la giornata.

Martedì 19 maggio, le parti civili di alcune vittime, della Regione Toscana e dei Comuni di Vicchio e Borgo San Lorenzo.

Mercoledì 20, la sentenza.

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La vicenda del Forteto è stata ampiamente trattata nei seguenti articoli (cliccare sui titoli):

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Lettera aperta a Renzi del Presidente dell’Associazione Vittime del Forteto



L’inferno del Forteto – di Pucci Cipriani



Il Forteto: La setta dell’orrore e della vergogna – di Domenico Rosa



Il Forteto, cronaca di un incubo



La dottrina del Forteto: inversione gnostica della fede cattolica e trasbordo dell’ideologia comunista – di Piero Vassallo



LA MORALE LOTTIZZATA. L’ISTRUTTIVO CASO DEL “FORTETO” – di Paolo Deotto, con link ad articoli di Stefano Borselli e Piero Vassallo
www.riscossacristiana.it/alla-sbarra-la-comune-rossa-degli-orrori-del-forteto-venerdi-15-maggio-a-firenze-la-requisitoria-del-pm-di-pucci-cipri...
francocoladarci
00giovedì 14 maggio 2015 13:10
Lettera aperta a Renzi del Presidente dell’Associazione Vittime del Forteto
5 luglio 2014
Chi vuole insabbiare la turpe e ormai ben nota vicenda del “Forteto”? Pubblichiamo una lettera aperta a Renzi – già pubblicata anche sul Giornale – nella quale Sergio Pietracito, presidente dell’Associazione Vittime del Forteto, denuncia la sconcertante decisione di NON commissariare la cooperativa.

Riscossa Cristiana si è già occupata più volte del Forteto e delle vergognose azioni compiute da Rodolfo Fiesoli e dai suoi complici. Per i più recenti articoli cliccate qui – qui – qui e qui



Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi





Scarperia, 4 luglio 2014

Caro Presidente,

chi Le scrive è il Presidente dell’Associazione Vittime del Forteto, composta da uomini e donne che non perseguono fini politici o ideologici e che, entrati giovanissimi in quella comunità, hanno in comune una dolorosa esperienza di vita.

Le ragioni per cui abbiamo deciso di prendere l’iniziativa di scriverLe questa lettera sono conseguenti alla decisione assunta dal Ministero dello Sviluppo Economico di non procedere al commissariamento. Una notizia che abbiamo appreso con profondo rammarico, poiché eravamo fiduciosi che finalmente si voltasse pagina e venisse dato un segnale di monito in grado di scrivere definitivamente la parola fine a un orrore che si è perpetuato per oltre un terzo di secolo. Confidavamo in un segnale di attenzione positivo da parte del Governo da Lei guidato, ma invece, purtroppo il segnale giunto è di segno opposto.

E dire che le conclusioni a cui erano giunti gli ispettori ministeriali erano chiare ed inequivocabili, conseguenti a dati di fatto non “condonabili” e/o sanabili. “IMPRESCINDIBILE”: così gli ispettori definiscono nella loro relazione il legame tra la Comunità e Cooperativa. Perché così è nei fatti: la cooperativa, l’associazione e la Fondazione facevano capo alle stesse persone, e l’una era in funzione dell’altra. Una valutazione che purtroppo non è stata tenuta in dovuta considerazione, nonostante la neutralità degli organi che l’hanno espressa al termine dell’ispezione.

Immagino che Lei sappia che è in corso a Firenze un processo penale che riguarda 23 soci (tra cui tutti i “leader”) di questa cooperativa. Processo nel quale la cooperativa comparirà come responsabile civile, mentre come parti civili sono state ammesse Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Borgo San Lorenzo e di Vicchio. E’ bene inoltre precisare che per le violenze subite da molte vittime e componenti dell’associazione è sopraggiunta la prescrizione. Un’ingiustizia che va ad aggiungersi ad un’altra, precedente e altrettanto grave: essere stati affidati alla Comunità de Il Forteto dal Tribunale dei Minori.



Due dei principali esponenti de Il Forteto sono nuovamente sul banco degli imputati: il “leader carismatico” Rodolfo Fiesoli e l’“ideologo” Luigi Goffredi. Dico nuovamente perché entrambi hanno alle spalle una condanna definitiva per reati specifici. Vi è anche stata una sentenza a livello sovranazionale: la Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato lo Stato Italiano per non aver vigilato su quanto avveniva al Forteto.

Venendo alle ragioni per cui auspicavamo il commissariamento della Cooperativa, ritengo utile far presente che il Presidente della Cooperativa si è dimesso, sostituito dal vicepresidente che, seppur non sotto processo, non rappresenta affatto una discontinuità con la precedente gestione, ma anzi ne è sempre stato l’amministratore principale. Inoltre nel corso delle recenti udienze processuali è emerso anche per ammissione degli stessi imputati, che nonostante svolgessero un lavoro continuativo i soci non risultavano occupati, sì da poter permettere alla Cooperativa di percepire gli assegni di disoccupazione. Vorrei infine ricordarLe un aspetto emerso nella relazione finale della commissione d’inchiesta regionale: l’immunità del Forteto è conseguenza di una grande capacità di tessere rapporti, coltivare amicizie con il mondo Politico ed Istituzionale. Una relazione, peraltro approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, che mi permetto di inviarLe (qui il testo integrale) qualora volesse, compatibilmente ai suoi impegni, documentarsi approfonditamente su questa drammatica vicenda.

In quella stessa relazione, a pag. 54, si dà conto di un dibattito tenutosi nell’aula del Consiglio regionale il 28 ottobre 1980, dove il consigliere Rinaldo Innaco,cognato di uno degli attuali imputati, ebbe ad affermare, già allora e precedentemente alle prime sentenze di condanna dei vertici de Il Forteto: «Non ci troviamo di fronte a una Cooperativa agricola, ma purtroppo a una macchina guidata da due o tre cosiddetti capi che sta macinando le intelligenze, uniformando le volontà, strumentalizzando persone umane che ha ridotto a un coacervo collettivo, a una massa mobile manovrata, che si entusiasma o si autoproclama colpevole a seconde delle direttive da seguire o da conseguire». Quante sofferenze a decine di sfortunati ed indifesi minori si sarebbero risparmiate se quelle parole fossero state ascoltate con senso di responsabilità delle Istituzioni!

Proprio dagli esiti del lavoro della Commissione d’Inchiesta il Governo, nell’estate scorsa, decise di inviare gli ispettori ministeriali. Ispettori che, come detto, suggerirono la necessità di commissariare la Cooperativa. Ma la loro decisione è stata oggi disattesa, dopo essere rimasta, antecedentemente al suo insediamento, per molti mesi in stand-by . Adesso ci vengono serie e legittime perplessità circa questo esito. Ci sono coincidenze che ci portano a pensare che la rete di protezione di cui hanno scritto i consiglieri regionali non sia stata recisa.

Riteniamo che i responsabili di abusi e maltrattamenti temano di più il commissariamento delle probabili condanne, poiché solo il commissariamento li potrebbe privare dello strumento più potente che hanno per continuare a fare ciò che hanno sempre fatto per oltre trenta anni. Non vorremmo che tra 10 o 15 anni ci trovassimo a celebrare l’ennesimo processo.

Lei, intervistato da “Le Iene”, ebbe a dire: “La mia amministrazione, con ‘Il Forteto’ ha avuto a che fare meno che zero”. Ce lo dimostri concretamente.

In questi giorni apprendiamo che vuole cambiare L’Italia ed anche L’Europa.

Cominci a cambiare partendo da una provincia a Lei cara: si faccia carico di approfondire la vicenda e ponga finalmente fine senza tentennamenti a questa tragedia umana che ha già avuto ripercussioni europee e sta diventando una vergogna nazionale.

Da Lei, come persona oltre che uomo delle Istituzioni, ci attendiamo un iniziativa di stampo lapiriano che tolga questa cappa di piombo che opprime tanta parte della società civile.

Sempre disponibili ad un eventuale incontro,

Le porgiamo Cordiali Saluti

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Per l’associazione Vittime del Forteto

Il Presidente

Sergio Pietracito
Fonte
www.riscossacristiana.it/lettera-aperta-renzi-del-presidente-dellassociazione-vittime-del-...
francocoladarci
00giovedì 14 maggio 2015 13:14
L’inferno del Forteto – di Pucci Cipriani
24 maggio 2014
Nel convegno del 20 maggio a Firenze emergono le tante, troppe, responsabilità di chi ha permesso che per lunghi anni Rodolfo Fiesoli e i suoi complici imponessero nel loro lager ogni tipo di perversione. Silenzi ipocriti e complicità: in attesa della verità processuale, esiste già una verità storica. La drammatica testimonianza di una delle vittime.

di Pucci Cipriani



L’altro giorno mi ero preparato il mio “compitino” e, durante il viaggio da Borgo San Lorenzo a Firenze, me l’ero anche riletto. Negli inviti per la presentazione del libro a cura di Stefano Borselli: “Il Forteto: destino e catastrofe del cattocomunismo” (Settecolori) tra i relatori c’era anche il mio nome e, ripeto, ero pronto a leggere al folto pubblico dell’Auditorium della Regione Toscana , in quel Convegno voluto dal Capo Gruppo di FdI alla Regione Giovanni Donzelli, la mia breve relazione. Dopo un intervento di Borselli, Direttore del raffinato sito “Il Covile”, che, brevemente, ha descritto la sua opera che vede : “I testi pubblicati…usciti in quattro successivi numeri della rivista ‘Il Covile’, che hanno trattato…la vicenda del Forteto…(per cui) la prima parte comprende, oltre alla Cronologia…i contributi di approfondimento e di analisi (“I motori della sodomia di massa” di Piero Vassallo e “Il Forteto, vicenda esemplare” di Armando Ermini n.p.c.)…la seconda(parte) riporta integralmente (le) risultanze della Commissione Regionale d’Inchiesta…”

E proprio della Commissione d’inchiesta ci ha parlato, poco dopo, il Presidente Stefano Mugnai (PdL): “Oggi – ha detto Stefano Mugnai che è anche il prefatore del libro di Borselli – mentre attendo di essere chiamato a testimoniare al processo che vede imputati per maltrattamenti e abusi Rodolfo Fiesoli e altri 22 suoi fedelissimi…sarò sempre segnato da quel lavoro, da quella battaglia politica e umana vinta da quel clamore che ha squarciato il velo sulla tragedia del Forteto…insieme, destra e sinistra…siamo stati costretti dagli eventi a spogliarci delle nostre casacche politiche per compiere l’unica scelta possibile: fare il nostro dovere di persone , incrinando quel muro di gomma su cui per anni questa tragedia era rimbalzata per tornare a chiudersi dentro i cancelli dorati di quella comunità setta”.

Subito dopo Mugnai ha preso la parola Sergio Pietracita e ha raccontato le vicende agghiaccianti di quella comunità di “orchi” :

E la testimonianza di Pietracito è stata davvero drammatica: una Comunità quella de “Il Forteto” in cui si toglieva la personalità alle persone che venivano disumanizzate, una comunità dove la famiglia naturale era sostituita da una sorta di “Comune”in cui, in questi ultimi decenni, si è visto di tutto: stupri pedofili, pseudo – incesti, pratiche zoofile, l’ordine dell’omofilia obbligatoria e il divieto della procreazione, come appare nei verbali. Pietracito ha poi raccontato – con la voce rotta dall’emozione – la sua dolorosa esperienza, i suoi tentativi di fuggire dalla comunità-lager, dove il Tribunale di Firenze prima con Meucci, grande amico di don Milani, poi con gli altri Presidenti mandava “carne fresca”, quei tentativi “disperati” nella speranza di poter avere una vita, una moglie, una famiglia… e poi il riaccompagnamento in comunità, in quell’inferno dove “era vietato avere rapporti sessuali tra coniugi, un mondo di richieste di rapporti omosessuali, di riunioni collettive per guardarsi reciprocamente i genitali, di parolacce, di insulti…si faceva in modo che i ragazzi affidati non avessero più alcun contatto con la famiglia di origine…le coppie affidatarie erano in realtà composte da estranei privi di legami affettivi tra loro …la così detta famiglia funzionale era una geniale invenzione di Rodolfo Fiesoli…poteva significare qualsiasi cosa ma era ‘esatto contrario della famiglia naturale’…e poi i giudici del tribunale dei minori che decidevano di affidare i bambini alle ‘non coppie’ del Forteto…”

E allora Sergio Pietracito si pone tanti “perché” : Perché si affidavano i bambini a queste “coppie”? Perché i servizi sociali (ASL) consideravano ‘idonee’ tali coppie? Perché giornalisti, politici,amministratori locali, Comunità Montana, sindacalisti, e soprattutto preti, i preti del Mugello, non hanno mai detto una parola? Perché si sono fatti complici di un lager in cui le torture (“nella stanza del Forno venivano rinchiusi, picchiati e abusati i bambini, si sentivano le loro urla” dice una testimone n.p.c.), i pestaggi, gli abusi erano all’ordine del giorno? Perché il riconoscimento di una comunità gnostica, di una sorta di Comune maoista, in cui la famiglia naturale diventava, per il guru Fiesoli e per i suoi seguaci, un problema, tanto da essere soppiantata da altre forme di aggregazione in cui molto aveva a che fare la perversione sessuale?

Nelle parole di Pietracito, nel suo accorato intervento, nelle sue pause angoscianti, nei suoi occhi che sembra vogliano guardar lontano… lontano da queste vicende che hanno segnato per sempre tante vittime che, in sala, se ne stanno in silenzio, come in silenzio se ne sta quel pubblico che non crede ai suoi orecchi… quante miserie, quanti drammi. Il solo ricordo del “Forteto” mette un senso di paura…quella Comunità di orchi che ti assassinavano l’anima….

Ecco ancora Sergio Pietracito racconta l’episodio del bacio in bocca datogli da il “Profeta”, una routine quotidiana, sempre secondo il nostro testimone, fatta di sermoni e invettive contro le donne…il fatto di essere stato costretto ad avere rapporti sessuali nel giorno di Natale…in maniera di scacciare la nostalgia della festa in famiglia. Proprio lui che, con altri quattro ragazzi, faceva parte del gruppo dei “preferiti”, che erano costretti a dormire in camera del profeta…

Ecco il “mysterium iniquitatis” di questo mondo moderno dove possono avvenire simili cose…ma dove questa società asservita al potere è capace, abilmente, di ribaltare le cose.

Nel 2003, dopo circa trent’anni di ignominie di questa setta satanica, esce un libro di Nicola Casanova, Ricercatore Universitario, dal titolo “La strada stretta. Storia del Forteto” (Il Mulino) dove si legge nella prefazione di un noto intellettuale fiorentino :

“In un mondo sempre più violento e disumanizzato, che sembra dominato dai fondamentalismi ma nel quale appare cancellato ogni sistema morale , nel quale i poveri e i deboli – gli “ultimi” – sono sempre più umiliati e conculcati , EMERGE COME UNA PICCOLA LUCE NELLA TEMPESTA LA BUONA VOLONTA’ DI UN GRUPPO DI UOMINI E DI DONNE CHE RIFIUTANO LA LOGICA DEL POTERE E DEL DENARO; che colgono la realtà profonda della crisi del nostro tempo, che sta nella distruzione di qualunque forma di solidarietà comunitaria” (Op. cit. pp 9-10)

E ancora una Via Crucis dolorosa…ecco, a questo punto – e chi, come me, era in sala lo scorso martedì potrà testimoniarlo – il silenzio diventa assordante rotto soltanto da un applauso liberatorio di tre minuti rivolto a Sergio Pietracito….e con lui a tutte quelle vittime che si sono viste tradite da chi avrebbe dovuto crescerle, educarle, difenderle…mi sembra di sentire le urla angoscianti della bambina rinchiusa nel “Forno” e che veniva picchiata con uno zoccolo e siccome il suo corpo, al termine del pestaggio, era tutto pieno di ecchimosi, un occhio con un livido, fu mandata a scuola -perché le maestre non si accorgessero di niente – dopo una settimana e, prima di essere accompagnata a scuola, fu “truccata” dall’affidataria…

Sì, mi prende l’angoscia, quel mio “compitino” stiracchiato mi sembra misera cosa di fronte a questa testimonianza che, da sola, valeva tutta la serata…non riesco nemmeno a guardare negli occhi Sergio…mi si prende un groppo alla gola…e lascio ad altri la parola…sono talmente scosso che ascolto distrattamente anche la bella relazione di Roberto Dal Bosco (ora pubblicata sul sito effedieffe) che fa un lungo excursus sulle sette gnostiche e sataniche…presenti nel Mugello fin dal Milleseicento…

Ora c’è la testimonianza di Caterina Coralli che nel 2012 fece “esplodere” il caso con una “pubblica assemblea” al teatro Giotto di Vicchio di Mugello dove era Capogruppo di FdI e chi, come me, nel Mugello è nato, è vissuto e tuttavia vive, sa cosa vuol dire andare a levare il coperchio a certe pentole…infatti, nonostante il lavoro della Commissione presieduta da Stefano Mugnai (PdL) – Vice Presidente Paolo Bambagioni (PD)- che è riuscita, encomiabilmente, con una lavoro ottimo,a stilare una relazione approvata all’unanimità – dal Pd e dalla Federazione delle Sinistre, alla Lega, all’IdV, passando per l’UdC- e che si può leggere sul libro di Borselli (o scaricare direttamente dal sito della Regione) , nulla sembrava o sembra cambiato: gli amministratori locali che si rifiutano di costituirsi parte civile, la gente di Vicchio che chiudeva le finestre al passaggio della fiaccolata di solidarietà con le vittime alla quale parteciparono centinaia di persone…tutte di fuori, la gente che ancora considera la denunzia del “Forteto” una sorta di “caccia alle streghe”, un ulteriore tentativo delle forze “perbeniste” di cancellare le conquiste anarchiche del Sessantotto, l’accanimento della Regione Toscana che, fin da ultimo, ha cercato di evitare il commissariamento del lager…le minacce nei confronti delle vittime : “Io non vedo l’ora di vendere la mia azienda agricola e di andar via dal Mugello…” ha mestamente chiosato Sergio Pietracito al quale, per intimidazione, più volte sono state tagliate le gomme della macchina e i fili dell’elettricità…

A tutto questo aggiungiamo il silenzio della “Grande Stampa” con le lodevoli eccezioni di “Libero” e de “Il Giornale”…Insomma guai a toccare i “mostri sacri” come disinvoltamente fa Borselli su “Il Covile” e nel libro quando denuncia “…il donmilanismo – meuccismo- dossettismo (che) partorì e sostenne una Thelema mugellana”…per cui : “La connotazione gnostica avrebbe dovuto essere facilmente riconoscibile, dopo il grande lavoro sull’argomento svolto dagli storici delle religioni e delle idee, in particolare nella seconda metà del Novecento, ma non per i cattocomunisti, inquinati proprio di quella mentalità anticreazionista…né per qualche filosofo di fama talmente astratto da lasciarsi menare per il naso dal furbo e carismatico Fiesoli (terza media).”

Poi Caterina Coralli ha raccontato toccanti episodi come la sua partecipazione, in qualità di madrina, alla Cresima di Marica…e il Giudice del Tribunale di Firenze – la Coralli assiste a tutte le udienze del processo in segno di solidarietà con le vittime – che rivolto all’Avvocato difensore del Fiesoli che aveva chiamato “Madre affidataria” una delle imputate precisa : “La chiami affidataria…per carità..non la chiami mamma…”



Ha terminato Il Capogruppo di FdI alla Regione Toscana Giovanni Donzelli che con un breve e vibrante intervento ha ribadito la sua azione politica affinché tutti i responsabili vengano messi sul banco degli imputati e inchiodati alle proprie responsabilità . “Dov’erano i politici mentre al Forteto avvenivano quegli abusi sessuali…eppure tutti sapevano, già nel 1978 il Fiesoli fu processato e condannato a due anni…tutti sapevano…a cominciare dagli amministratori comunali del Mugello, dalla Provincia e dalla Regione che presentava i libri su “Il Forteto”…dov’erano- si è chiesto ancora Donzelli – i sindacalisti mentre al Forteto i minorenni lavoravano in nero anche per dodici ore al giorno? Dov’erano i politici della sinistra? Forse nessuno ricorda che al Forteto apriva la campagna elettorale il Presidente della Regione Martini…e tutti gli altri: la Senatrice del Pd Vittoria Franco, Fassino e Di Pietro, la Rosy Bindi, il Presidente del Consiglio Regionale Nencini…tutti devono pagare…Dov’era il Giudice Toni, che adesso è a capo della Procura della Repubblica di Prato e che inviava “bambini” agli orchi del Forteto? Eppure lui era di casa al Forteto…dove cucinava il risotto…in una società civile tutti dovrebbero pagare…anche Cardini, che ogni tanto è di destra, deve pagare…noi staremo sempre a fianco delle vittime in questa battaglia di verità…”

Del resto dopo che Pietracito aveva ricordato le complicità anche di giornalisti e intellettuali : “ad esempio per Cardini, che pur non è comunista, dovevano esserci 10…100…1000 Forteti”, l’Avvocato Ascanio Ruschi aveva ribadito che : “Mentre attendiamo la verità processuale affinché tutti debbano sapere di chi siano state le responsabilità, esiste già una verità storica …”

Poi l’affondo di Donzelli sottolineato dagli applausi dei presenti: “Tutto questo mi scandalizza ma quello che più mi scandalizza e anzi mi ripugna, mi ripugna davvero anche a rammentare, è il parroco di Vicchio don Giuliano Landini che ha mostrato il suo vero volto…di fronte alle vittime, alle accuse, a questa battaglia sacrosanta di verità egli non ha detto una parola…si è sottratto al dovere che il suo ministero gli impone…mi indigno come politico e soprattutto come cattolico di fronte a questo “ministro del Signore” che non avuto nei confronti delle vittime, delle loro sofferenze, dei loro drammi, una parola di solidarietà…di comprensione, di conforto…Sì, quell’atteggiamento mi disgusta e mi ripugna…”

E mentre termina quella serata io che, in genere, ostento sempre all’occhiello il distintivo del Sacro Cuore della Vandea, ora quasi me ne vergogno…perché la gente lo guarda…e solo al pensare di essere considerato un cattolico, come quel sacerdote indegno, mi vengono i brividi. Sì, mi disgusta pur non conoscendolo e non volendolo conoscere. Quisling mi ha sempre ripugnato più di Hitler.
Fonte
www.riscossacristiana.it/linferno-del-forteto-di-pucci-c...
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