Vulvodinia: sintomi, cura e rimedi

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francocoladarci
00giovedì 26 dicembre 2013 12:35
Posted: 22 Dec 2013 11:52 PM PST
Introduzione
Cause
Sintomi
Quando chiamare il medico
Pericoli
Diagnosi
Cura
Introduzione

La vulvodinia è un dolore cronico nella zona che circonda la vulva (la parte più esterna dei genitali, dove ha sbocco la vagina), senza nessuna causa apparente. Il dolore, il bruciore o l’irritazione connessi alla malattia possono essere talmente fastidiosi da non permettere di rimanere sedute o di avere rapporti sessual; i sintomi possono persistere per mesi o addirittura per anni.

Se soffrite di questa malattia chiedete aiuto al medico, anche se la malattia non ha segni visibili o siete in imbarazzo a parlarne. Per alleviare il dolore e il fastidio causati da questo disturbo, sono disponibili diverse terapie.

Cause

La causa esatta della vulvodinia è sconosciuta, ma tra i fattori che possono contribuire ricordiamo:

lesioni o irritazioni ai nervi che circondano la regione vulvare,
precedenti di infezioni vaginali,
allergie o ipersensibilità localizzata della pelle,
sbalzi ormonali.
Molte donne affette da questa malattia hanno dei precedenti di vaginiti ricorrenti o candida ricorrente. Alcune di esse possono aver subito abusi sessuali, ma la maggior parte non presenta cause specifiche.

Non è sessualmente trasmessa e non è un sintomo di un tumore.

Sintomi

Il sintomo principale della vulvodinia è il dolore nella zona genitale, che può essere caratterizzato da:

bruciore,
irritazione,
dolore pungente,
secchezza,
dispareunia (dolore durante i rapporti),
dolore pulsante,
prurito.
Il dolore può essere costante o intermittente e può durare per mesi o addirittura per anni, salvo poi sparire improvvisamente così com’è comparso.

Lo si può avvertire in tutta la vulva oppure può essere localizzato in una zona ben precisa, ad esempio nel vestibolo, cioè nell’apertura della vagina. Un disturbo simile, la vestibolite vulvare, può causare dolore solo quando viene compressa la zona che circonda l’apertura della vagina.

Il tessuto vulvare può anche non apparire infiammato o gonfio, anzi, nella maggior parte dei casi la vulva ha un aspetto normale.

Quando chiamare il medico

La vulvodinia è un disturbo abbastanza diffuso, anche se le donne non ne parlano spesso con il medico.

Se avvertite dolore ai genitali, parlatene con il medico di famiglia, oppure andate da un ginecologo. È importante che il medico possa escludere le cause del dolore vulvare curabili con maggior facilità, come le infezioni batteriche o la candida, i problemi della pelle e disturbi più gravi come il diabete.

Quando il medico avrà valutato i sintomi, vi potrà consigliare una terapia adeguata o dei rimedi per tenere sotto controllo il dolore.

Pericoli

La malattia può essere così dolorosa e frustrante da inibire l’attività sessuale, quindi può causare problemi emotivi. Ad esempio, il timore di avere rapporti può causare il vaginismo, cioè gli spasmi dei muscoli che circondano la vagina. Tra le altre complicazioni ricordiamo:

ansia,
depressione,
disturbi del sonno,
disfunzione sessuale,
alterazione dell’immagine corporea,
problemi relazionali,
peggioramento della qualità della vita.
Diagnosi

Prima di formulare una diagnosi il medico vi farà diverse domande per farsi un’idea della vostra storia medica e per capire la zona, la natura e la gravità dei sintomi.

Il ginecologo può inoltre eseguire questi esami:

Visita ginecologica. Il ginecologo esamina i genitali esterni e la vagina alla ricerca di infezioni o di altre cause dei sintomi della vulvodinia. Anche se all’esame visivo non c’è traccia di infezioni, il medico può prelevare un campione di cellule dalla vagina alla ricerca di un’infezione vaginale, ad esempio la candida o la vaginosi batterica.
Tampone. Durante quest’esame il ginecologo usa un tampone inumidito per prelevare alcune cellule dalle zone della vulva in cui la paziente avverte il dolore.
Viene spesso usato un “test del cotton-fioc”, in cui il ginecologo appoggia un cotton-fioc od altro strumento sulla vulva per delineare le aree di dolore e valutarne la loro severità. Le pazienti spesso descrivono il tocco del cotton-fioc come estremamente doloroso, come l’attrito di un coltello.

Cura e terapia

La terapia della vulvodinia mira ad alleviare i sintomi; non esiste una singola terapia che funzioni per tutte le donne e probabilmente nel vostro caso sarà necessaria una combinazione di terapie. Per alleviare i sintomi in modo significativo, ci possono volere settimane o addirittura mesi. Tra le possibili terapie ricordiamo:

Farmaci. Gli antidepressivi triciclici o gli anticonvulsivanti possono essere utili per alleviare il dolore cronico. Gli antistaminici possono far diminuire il prurito.
Biofeedback. Questo tipo di terapia può essere utile per diminuire il dolore, perché insegna alle pazienti a controllare specifiche reazioni dell’organismo. Il biofeedback serve per rilassarsi e diminuire la percezione del dolore. Nel caso della vulvodinia il biofeedback può insegnarvi a rilassare i muscoli della zona pelvica che possono reagire alla minaccia di dolore contraendosi e causando il dolore cronico.
Anestetici locali. I farmaci, come le creme a base di lidocaina, sono in grado di alleviare temporaneamente i sintomi. Il medico può prescrivervi di applicare una crema di questo tipo mezz’ora prima dei rapporti per diminuire il fastidio e il dolore. Se usate una crema alla lidocaina, anche il vostro partner può avvertire un intorpidimento temporaneo dopo il contatto sessuale.
Blocchi dei nervi. Chi soffre di dolore costante che non risponde alle altre terapie, può trarre beneficio dalle iniezioni locali di sostanze che bloccano i nervi.
Riabilitazione del pavimento pelvico. Molte donne hanno problemi con i muscoli del pavimento pelvico, che sostengono l’utero, la vescica e l’intestino.
Intervento chirurgico. Se il dolore è localizzato nell’anello imenale (vulvodinia localizzata, vestibolite vulvare), la rimozione chirurgica della pelle e dei tessuti colpiti (vestibolectomia) può essere utile per alleviare il dolore in alcune donne.
Stile di vita e rimedi pratici

Per tenere sotto controllo i sintomi potete seguire questi consigli:

Borsa dell’acqua fredda. La borsa dell’acqua fredda applicata sui genitali esterni può essere utile per diminuire il dolore e il prurito.
Bidet con acqua tiepida. Due o tre volte al giorno, fate un bidet con acqua tiepida o fresca, per cinque, dieci minuti.
Non indossate né collant stretti né biancheria intima di nylon. La biancheria e i collant troppo stretti impediscono la circolazione dell’aria sui genitali, e quindi fanno aumentare la temperatura e l’umidità, causando irritazioni. Indossate biancheria bianca e di cotone, che lascia traspirare l’aria e non trattiene l’umidità, e di notte dormite senza biancheria.
Evitate i bagni caldi nella vasca. Rimanere troppo a lungo nell’acqua calda può causare fastidi e prurito.
Non praticate attività che comprimono i genitali esterni, ad esempio il ciclismo o l’equitazione.
Fate attenzione all’igiene intima. Lavare o strofinare i genitali esterni troppo spesso o senza la dovuta delicatezza può far aumentare l’irritazione. Lavatevi con acqua corrente, senza strofinare troppo e asciugando con delicatezza. Dopo l’igiene intima mettete una crema emolliente per creare una barriera protettiva.
Mettete sempre il lubrificante prima dei rapporti.
Prima di andare a dormire provate a usare un antistaminico, che serve per diminuire il prurito e farvi dormire meglio.
Come affrontare il disturbo

Con ogni probabilità sarà utile confrontarsi con altre donne che soffrono dello stesso vostro problema. Parlare con altre donne che ne soffrono è un utile scambio di informazioni ed aiuta ad affrontare il senso di isolamento che vi può causare. Se i gruppi di aiuto non fanno per voi, chiedete al vostro medico di consigliarvi uno psicologo che sappia darvi una mano.

Fonte Principale: Mayo (traduzione ed integrazione a cura di Elisa Bruno)

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L'articolo Vulvodinia: sintomi, cura e rimedi è stato inizialmente pubblicato su Farmaco e Cura.

tratto da
www.farmacoecura.it
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