Donazione di sangue

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francocoladarci
00domenica 30 giugno 2013 18:39
Posted: 19 May 2013 11:33 PM PDT
Introduzione
Preparazione
La donazione
Dopo la donazione
Pericoli della donazione
Domande frequenti
Introduzione

Disclaimer:

Essendo le fonti utilizzate per la maggior parte americane, è possibile che in Italia si verifichino alcune discrepanze in merito a consigli, indicazioni e requisiti.

La donazione del sangue è un intervento a cui ci si sottopone volontariamente: ci si fa prelevare una certa quantità di sangue che sarà trasfusa a un paziente che ne ha bisogno. Ogni anno milioni di persone devono ricorrere alle trasfusioni di sangue, ad esempio durante gli interventi chirurgici, oppure dopo un incidente, oppure ancora perché sono malate e devono ricevere determinati componenti del sangue. Con la donazione di sangue si possono aiutare molte persone ad affrontare meglio i loro problemi.

Ci sono diversi tipi di donazione di sangue:

Donazione di sangue intero. È il tipo più frequente di donazione, durante il quale viene donato circa mezzo litro di sangue (450 ml). Il sangue, poi, viene separato nei suoi componenti: globuli rossi, plasma, piastrine.
Donazione di piastrine. Questo tipo di donazione usa un procedimento detto aferesi. Durante l’aferesi il donatore viene collegato a un’apparecchiatura che raccoglie le piastrine e parte del plasma e poi gli restituisce il resto del sangue.
Donazione di plasma. Il plasma può essere raccolto contestualmente alla donazione di piastrine oppure singolarmente, sempre tramite aferesi.
Donazione di doppia unità di globuli rossi. La donazione di globuli rossi viene effettuata mediante aferesi. Vengono raccolti solo i globuli rossi.
Preparazione

Prima di donare il sangue seguite una dieta sana che comprenda alimenti ricchi di ferro, come gli spinaci, la carne rossa, il pesce, il pollame, i legumi, i cereali integrali e l’uva passa. Cercate di dormire bene la notte precedente.

Prima della donazione, fate un pasto sano senza alimenti grassi, come gli hamburger, le patatine fritte o i gelati. Il risultato degli esami per le infezioni può essere falsato dai grassi che rimangono nel sangue per diverse ore dopo aver consumato alimenti grassi. Bevete circa mezzo litro d’acqua o di altri liquidi in più del normale prima di donare il sangue.

Se donate le piastrine ,ricordate che non dovete aver preso l’aspirina nei due giorni precedenti la donazione; per il resto potete assumere tutti i farmaci prescritti dal medico.

La donazione

La procedura, dal momento in cui si arriva nell’ambulatorio a quello in cui si può uscire, dura circa un’ora; la donazione in sé in media dura dagli 8 ai 10 minuti.

Prima di donare il sangue, vi verrà richiesto di compilare un modulo in cui raccontate la vostra storia medica rispondendo a domande sui comportamenti che potrebbero mettervi a rischio di infezioni trasmissibili attraverso il sangue. Tutte le informazioni raccolte con questo questionario sono strettamente confidenziali.

L’aspirante donatore fa una breve visita medica, con controllo della pressione, del battito cardiaco e della temperatura. Gli viene prelevato un piccolo campione di sangue da un dito, per controllare il livello di emoglobina, la sostanza che trasporta l’ossigeno nel sangue. Se la concentrazione di emoglobina è normale e la persona soddisfa tutti gli altri requisiti, può donare il sangue.

Il donatore si sdraia su un lettino o si accomoda in poltrona, con il braccio appoggiato su un bracciolo. Viene posizionato un laccio emostatico sull’avambraccio superiore, per far riempire bene le vene di sangue. Le vene diventano più visibili, è più facile trovarle con l’ago e la sacca di sangue si riempie più velocemente. Poi l’infermiere disinfetta la pelle dell’incavo del gomito.

Un ago nuovo e sterile viene inserito in una vena del braccio, e attaccato a un tubicino di plastica che porta il sangue verso una sacca. Quando l’ago è in posizione, il donatore stringe il pugno diverse volte per aiutare il sangue a scorrere nella vena. Il primo sangue viene raccolto nelle provette per essere esaminato. Il resto va a finire nella sacca che ne tiene circa mezzo litro (450 ml). L’ago viene lasciato nel braccio per circa 10 minuti. Una volta terminata la donazione, l’ago viene rimosso, e la zona dell’iniezione viene coperta da un cerotto e da una benda.

Un altro metodo di donazione usato con sempre maggior frequenza è l’aferesi. Durante l’aferesi il sangue viene pompato fuori dal braccio in un’apparecchiatura che filtra e separa un componente specifico, ad esempio le piastrine. Il resto del sangue, poi, viene restituito al donatore in una vena nell’altro braccio. Con questo procedimento può essere raccolta anche più di una componente di sangue; la donazione, però, dura di più rispetto a quella del sangue intero, di solito da una a due ore.

Il sangue viene esaminato per scoprire il gruppo sanguigno (A, B, AB o 0) e il fattore Rh. Il fattore Rh indica la presenza nel sangue di un antigene specifico, cioè di una sostanza in grado di stimolare la risposta immunitaria. Lo stato del paziente è Rh positivo se è presente l’antigene, ed Rh negativo se l’antigene non c’è. Quest’informazione è importante perché il gruppo sanguigno e il fattore Rh del donatore devono essere compatibili con quelli di chi riceve il sangue.

Il sangue viene inoltre controllato per escludere patologie trasmissibili attraverso di esso, come l’epatite, l’HIV e la sifilide. Se tutti gli esami sono negativi, il sangue viene distribuito agli ospedali e alle cliniche. Se invece uno di questi esami dà risultato positivo, il donatore riceve una comunicazione e il sangue viene scartato.

Dopo la donazione

Dopo aver donato il sangue si rimane per un po’ in osservazione, in una zona dove si può riposare e fare un leggero spuntino. Dopo 10-15 minuti si può uscire dall’ambulatorio. Dopo aver donato il sangue è consigliabile:

bere di più del solito per un giorno o due,
evitare di fare sforzi e di sollevare pesi per le cinque ore successive,
se si ha il capogiro, sdraiarsi e sollevare le gambe finché non ci si sente di nuovo bene,
tenere la benda al braccio, senza bagnarla, per almeno 4-5 ore.
Se dopo aver tolto la benda il braccio sanguina, premere la zona in cui è stato inserito l’ago e tenere il braccio alzato per 3-5 minuti.

Se si forma un livido mettete il ghiaccio per 10-15 minuti alla volta nelle prime 24 ore, poi mettete sul livido un asciugamano caldo e umido a intervalli di 10, 15 minuti. Il livido può durare per circa 10 giorni.

Se il braccio fa male prendere un analgesico come il paracetamolo. Evitare l’aspirina o l’ibuprofene.

Contattate il vostro medico o l’ambulatorio dove avete fatto la donazione se:

continuate ad avere la nausea, la testa che gira o le vertigini dopo esservi riposati, aver mangiato e bevuto;
quando togliete la benda notate una cicatrice in rilievo, il braccio continua a sanguinare o vi fa male il punto in cui è stato inserito l’ago;
avvertite un dolore o un formicolio che dal braccio si irradia verso le dita;
non vi sentite bene e avete i sintomi del raffreddore o dell’influenza, come febbre, mal di testa o mal di gola, entro quattro giorni dalla donazione. Il vostro sangue può trasmettere infezioni batteriche alla persona che lo riceve, quindi è importante comunicare al centro per le donazioni che vi siete ammalati in modo che il vostro sangue non sia usato.
Il sangue donato può essere destinato a un massimo di tre persone. I globuli rossi però hanno una scadenza di 42 giorni. Un donatore sano può donare ogni 56 giorni.

Pericoli

La donazione di sangue è una procedura sicura. Per ogni donatore vengono usati aghi nuovi, sterili e usa e getta, quindi non c’è rischio di contrarre infezioni trasmesse dal sangue.

Se siete un adulto sano, di norma potete donare circa mezzo litro di sangue (450 ml) senza mettere in pericolo la vostra salute. Nel giro di 24 ore dalla donazione l’organismo reintegra i liquidi persi e, nel giro di diverse settimane, reintegra anche i globuli rossi.

Domande frequenti

L’ago mi farà male?

Sì, un po’, ma per pochi istanti. Provate a pizzicare la pelle dell’incavo del gomito: la sensazione è simile a quella che proverete quando sarà inserito l’ago.

Quanto dura la donazione?

Dal momento in cui si entra in ambulatorio a quello in cui si esce passa circa un’ora e 15 minuti. La donazione vera e propria di 450 ml di sangue intero dura da 8 a 10 minuti, tuttavia il tempo varia leggermente a causa di diversi fattori, tra cui lo stato di salute del donatore e il tempo di attesa in ambulatorio.

In quanto tempo si riforma il sangue che ho donato?

Il plasma si riforma nel giro di 24 ore. I globuli rossi vengono completamente reintegrati nel giro di 4-6 settimane ed è per questo che devono passare almeno 8 settimane tra due donazioni di sangue intero.

Perché mi vengono rivolte così tante domande personali quando vado a donare il sangue?

Le priorità delle associazioni dei donatori sono la sicurezza del sangue donato e dei donatori. Alcuni di essi potrebbero rischiare di trasmettere alcune malattie durante la donazione perché si sono esposti alle malattie durante i viaggi o altre attività, oppure potrebbero avere problemi durante la donazione per via del loro stato di salute. Il colloquio mira a stabilire se i pazienti possono ricevere in tutta sicurezza il sangue donato e se il donatore può farsi prelevare tranquillamente il sangue.

Con che frequenza posso donare il sangue?

Bisogna lasciar passare almeno otto settimane (56 giorni) tra due donazioni di sangue intero e 16 settimane (112 giorni) tra le donazioni di doppia unità di globuli rossi. L’aferesi delle piastrine può essere effettuata ogni 7 giorni fino a 24 volte all’anno. Le regole sono diverse per chi dona il sangue per se stesso (donazione autologa).

Che cos’è l’aferesi?

L’aferesi è il processo di raccolta delle piastrine o di altri componenti specifici del sangue (come i globuli rossi o il plasma) da un donatore. La parola aferesi deriva dal verbo greco che significa “eliminare, rimuovere”. Viene eseguita usando un dispositivo detto separatore cellulare. Il sangue viene prelevato dal donatore e le piastrine (o il componente del sangue che deve essere estratto) sono raccolte nel separatore cellulare, mentre gli altri componenti del sangue vengono restituiti al donatore durante la donazione. Le donazioni per aferesi durano da un’ora a due ore. Durante la donazione, ci si può rilassare o guardare un film.

Che cosa sono le piastrine e come vengono usate?

Le piastrine sono minuscole particelle incolori a forma di disco che circolano nel sangue e sono essenziali per farlo coagulare. Le piastrine sono fondamentali per la sopravvivenza di molti pazienti con problemi di coagulazione (anemia aplastica e leucemia), per chi ha un tumore e per chi si deve sottoporre a un trapianto o a un intervento chirurgico maggiore, come quello per l’impianto di un bypass cardiaco. Le piastrine sono deperibili, infatti possono essere conservate solo per cinque giorni dopo la donazione, quindi tenerne una scorta adeguata è una sfida continua per le strutture sanitarie.

Con quale frequenza posso donare le piastrine?

In un anno si possono fare al massimo 24 aferesi, a distanza di una settimana l’una dall’altra. Una singola aferesi può dare luogo a due o tre donazioni di piastrine (per pazienti adulti)!

Donare il sangue è sicuro?

La donazione di sangue è una procedura sicura. Il sangue viene prelevato da ogni donatore con un ago nuovo, sterile e monouso. Dopo la donazione la maggior parte dei donatori non ha alcun problema, ma in rari casi chi dona il sangue può avere il capogiro o le vertigini, avere mal di pancia, avere lividi o dolore nella zona in cui è stato inserito l’ago. In rarissimi casi il donatore può perdere conoscenza, avere lesioni ai nervi o lesioni alle arterie.

Rischio contrarre l’HIV quando dono il sangue?

No. Negli ambulatori per le donazioni vengono usate procedure sterili ed attrezzature usa e getta. Gli aghi vengono cioè usati una volta sola e poi gettati via. Non c’è il rischio di contrarre l’HIV o altre malattie virali quando si dona il sangue.

Quali esami del sangue mi vengono fatti per capire se il mio sangue è sicuro?

Il sangue donato viene sottoposto a questi esami:

Gruppo sanguigno ed RH.
Anticorpi inattesi sui globuli rossi, generati durante le trasfusioni, le gravidanze o in altre situazioni.
Antigene di superficie dell’epatite B, che indica che è in corso un’epatite o che il donatore è portatore del virus dell’epatite B.
Anticorpi dell’antigene dell’epatite B, che indicano che è in corso l’epatite B o il donatore è stato colpito in passato dal virus.
Anticorpi del virus dell’epatite C, che indicano che è in corso l’epatite C o il donatore è stato colpito in passato dal virus (che è la causa più frequente dell’epatite non A non B).
Anticorpi del virus HTLV-I/II che indicano la presenza di un virus che potrebbe causare la leucemia a cellule T o patologie neurologiche.
Anticorpi all’HIV-1/2, che indicano l’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV).
Test dell’acido nucleico (NAT) per l’epatite C (HCV), l’epatite B (HBV) e l’HIV.
Esame di screening per gli anticorpi della sifilide.
NAT (Nucleic Acid Test) per il virus del Nilo occidentale (WNV, West Nile Virus).
Test ELISA (saggio immunoassorbente legato a un enzima) per il Trypanosoma cruzi (malattia di Chagas).
Inoltre tutte le donazioni di piastrine per aferesi sono esaminate per escludere la contaminazione batterica.

È vero che posso fare gratuitamente il test per l’AIDS quando dono il sangue?

Non bisognerebbe donare il sangue solo per fare il test per l’AIDS gratuitamente. Usare la donazione di sangue per accedere al test può mettere a rischio il sangue donato e i pazienti che lo ricevono. Gli anticorpi anti-HIV possono impiegare diverse settimane per svilupparsi dopo l’infezione. Se l’infezione è recente, il risultato del test può essere negativo, ma il donatore può essere in grado di infettare il paziente che riceverà il suo sangue. Proprio per questo non dovete donare il sangue se siete a rischio per l’AIDS o per altre malattie infettive. Chi è a rischio per l’AIDS dovrebbe contattare l’ospedale e fare subito un test anonimo e gratuito.

Se dagli esami del sangue risulto sieropositivo, sarò informato?

Sì. I donatori positivi a una qualunque malattia infettiva sono informati e hanno l’opportunità di ricevere un supporto psicologico

Se gli esami sono positivi, come sarò contattato?

L’AVIS e le altre associazioni dei donatori di sangue trattano i risultati degli esami del sangue come informazioni private e confidenziali. Possono contattare il donatore per lettera oppure fissare un appuntamento, ma comunque non comunicano i risultati degli esami a persone diverse dal donatore, a meno che siano obbligati a farlo per legge. Le associazioni dei donatori hanno un elenco confidenziale di persone che potrebbero essere a rischio di diffondere malattie tramite trasfusione.

Che cosa succede se dono il sangue e poi mi rendo conto che sono stato esposto all’HIV o a un’altra malattia?

Se si dona il sangue e poi ci si rende conto che la donazione potrebbe non essere sicura, bisogna contattare il prima possibile il numero che è stato comunicato al momento della donazione.

Dove va a finire il sangue che ho donato?

Il sangue viene consegnato in laboratorio, dove vengono separate le diverse componenti (globuli rossi, plasma, piastrine e/o crioprecipitato). Una singola donazione di sangue può aiutare fino a tre persone.

I donatori ricevono un compenso?

No, i donatori sono volontari. Tutto il sangue donato deve provenire da donatori volontari.

I gruppi sanguigni variano a seconda del gruppo etnico?

Sì, ad esempio il 57 per cento dei latinoamericani ha il gruppo sanguigno 0, quello più richiesto perché può essere donato a chiunque. Tra gli afroamericani la percentuale di persone col gruppo 0 scende al 51 per cento, ed è solo del 45 per cento tra i bianchi di razza caucasica. Alcuni gruppi etnici, però, diventano sempre più numerosi, e parallelamente aumenta la necessità di sangue di tipo 0. È fondamentale che sempre più donatori latinoamericani ed afroamericani donino il sangue regolarmente per poter venire incontro alle esigenze di tutti i pazienti.

Posso donare il sangue per me stesso?

La donazione è detta autologa quando si dona il sangue per se stessi prima di un intervento chirurgico o di una procedura medica programmata. Per la donazione autologa è necessaria la prescrizione del medico. Contattate il medico per scoprire se potete ricorrere alla donazione autologa.

Che cos’è il danno polmonare acuto (TRALI)?

Il danno polmonare acuto connesso alla trasfusione (TRALI) è una grave complicazione della trasfusione: si pensa che nella maggior parte dei casi sia causata dagli anticorpi dei globuli bianchi presenti nel plasma degli emoderivati. Quando vengono trasfusi, questi anticorpi in alcuni casi attivano i granulociti (un tipo di globuli bianchi) che fanno penetrare il plasma nei polmoni causando un accumulo di liquidi (edema polmonare acuto).

Tra i donatori più a rischio di avere questi anticorpi troviamo le donne che hanno avuto una gravidanza e le persone che hanno ricevuto una trasfusione o un trapianto. Attualmente non esistono esami in grado di prevenire il TRALI, e nemmeno interventi risolutivi in grado di scongiurarne il rischio; tuttavia si osservano alcune precauzioni per diminuire il rischio nei prodotti che contengono quantità elevate di plasma.

Esiste il sangue artificiale?

No, attualmente non ci sono prodotti artificiali in grado di sostituire il sangue, tuttavia sono in corso molte ricerche per capire quali potrebbero essere le alternative alle trasfusioni. Le varie associazioni che si occupano di donazioni finanziano attivamente la ricerca sui sostituti del sangue umano e lavorano in sinergia con altre organizzazioni per sviluppare nuove alternative alle trasfusioni.

Fonte Principale:

Mayo Clinic
Croce Rossa (EN)
(traduzione ed integrazione a cura di Elisa Bruno)

Tratto da
www.farmacoecura.it

Franco
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