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Alla sbarra la Comune Rossa degli orrori del “Forteto” – venerdì 15 maggio a Firenze la requisitoria del PM

Ultimo Aggiornamento: 14/05/2015 13:14
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Lettera aperta a Renzi del Presidente dell’Associazione Vittime del Forteto
5 luglio 2014
Chi vuole insabbiare la turpe e ormai ben nota vicenda del “Forteto”? Pubblichiamo una lettera aperta a Renzi – già pubblicata anche sul Giornale – nella quale Sergio Pietracito, presidente dell’Associazione Vittime del Forteto, denuncia la sconcertante decisione di NON commissariare la cooperativa.

Riscossa Cristiana si è già occupata più volte del Forteto e delle vergognose azioni compiute da Rodolfo Fiesoli e dai suoi complici. Per i più recenti articoli cliccate qui – qui – qui e qui



Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi





Scarperia, 4 luglio 2014

Caro Presidente,

chi Le scrive è il Presidente dell’Associazione Vittime del Forteto, composta da uomini e donne che non perseguono fini politici o ideologici e che, entrati giovanissimi in quella comunità, hanno in comune una dolorosa esperienza di vita.

Le ragioni per cui abbiamo deciso di prendere l’iniziativa di scriverLe questa lettera sono conseguenti alla decisione assunta dal Ministero dello Sviluppo Economico di non procedere al commissariamento. Una notizia che abbiamo appreso con profondo rammarico, poiché eravamo fiduciosi che finalmente si voltasse pagina e venisse dato un segnale di monito in grado di scrivere definitivamente la parola fine a un orrore che si è perpetuato per oltre un terzo di secolo. Confidavamo in un segnale di attenzione positivo da parte del Governo da Lei guidato, ma invece, purtroppo il segnale giunto è di segno opposto.

E dire che le conclusioni a cui erano giunti gli ispettori ministeriali erano chiare ed inequivocabili, conseguenti a dati di fatto non “condonabili” e/o sanabili. “IMPRESCINDIBILE”: così gli ispettori definiscono nella loro relazione il legame tra la Comunità e Cooperativa. Perché così è nei fatti: la cooperativa, l’associazione e la Fondazione facevano capo alle stesse persone, e l’una era in funzione dell’altra. Una valutazione che purtroppo non è stata tenuta in dovuta considerazione, nonostante la neutralità degli organi che l’hanno espressa al termine dell’ispezione.

Immagino che Lei sappia che è in corso a Firenze un processo penale che riguarda 23 soci (tra cui tutti i “leader”) di questa cooperativa. Processo nel quale la cooperativa comparirà come responsabile civile, mentre come parti civili sono state ammesse Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Borgo San Lorenzo e di Vicchio. E’ bene inoltre precisare che per le violenze subite da molte vittime e componenti dell’associazione è sopraggiunta la prescrizione. Un’ingiustizia che va ad aggiungersi ad un’altra, precedente e altrettanto grave: essere stati affidati alla Comunità de Il Forteto dal Tribunale dei Minori.



Due dei principali esponenti de Il Forteto sono nuovamente sul banco degli imputati: il “leader carismatico” Rodolfo Fiesoli e l’“ideologo” Luigi Goffredi. Dico nuovamente perché entrambi hanno alle spalle una condanna definitiva per reati specifici. Vi è anche stata una sentenza a livello sovranazionale: la Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato lo Stato Italiano per non aver vigilato su quanto avveniva al Forteto.

Venendo alle ragioni per cui auspicavamo il commissariamento della Cooperativa, ritengo utile far presente che il Presidente della Cooperativa si è dimesso, sostituito dal vicepresidente che, seppur non sotto processo, non rappresenta affatto una discontinuità con la precedente gestione, ma anzi ne è sempre stato l’amministratore principale. Inoltre nel corso delle recenti udienze processuali è emerso anche per ammissione degli stessi imputati, che nonostante svolgessero un lavoro continuativo i soci non risultavano occupati, sì da poter permettere alla Cooperativa di percepire gli assegni di disoccupazione. Vorrei infine ricordarLe un aspetto emerso nella relazione finale della commissione d’inchiesta regionale: l’immunità del Forteto è conseguenza di una grande capacità di tessere rapporti, coltivare amicizie con il mondo Politico ed Istituzionale. Una relazione, peraltro approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, che mi permetto di inviarLe (qui il testo integrale) qualora volesse, compatibilmente ai suoi impegni, documentarsi approfonditamente su questa drammatica vicenda.

In quella stessa relazione, a pag. 54, si dà conto di un dibattito tenutosi nell’aula del Consiglio regionale il 28 ottobre 1980, dove il consigliere Rinaldo Innaco,cognato di uno degli attuali imputati, ebbe ad affermare, già allora e precedentemente alle prime sentenze di condanna dei vertici de Il Forteto: «Non ci troviamo di fronte a una Cooperativa agricola, ma purtroppo a una macchina guidata da due o tre cosiddetti capi che sta macinando le intelligenze, uniformando le volontà, strumentalizzando persone umane che ha ridotto a un coacervo collettivo, a una massa mobile manovrata, che si entusiasma o si autoproclama colpevole a seconde delle direttive da seguire o da conseguire». Quante sofferenze a decine di sfortunati ed indifesi minori si sarebbero risparmiate se quelle parole fossero state ascoltate con senso di responsabilità delle Istituzioni!

Proprio dagli esiti del lavoro della Commissione d’Inchiesta il Governo, nell’estate scorsa, decise di inviare gli ispettori ministeriali. Ispettori che, come detto, suggerirono la necessità di commissariare la Cooperativa. Ma la loro decisione è stata oggi disattesa, dopo essere rimasta, antecedentemente al suo insediamento, per molti mesi in stand-by . Adesso ci vengono serie e legittime perplessità circa questo esito. Ci sono coincidenze che ci portano a pensare che la rete di protezione di cui hanno scritto i consiglieri regionali non sia stata recisa.

Riteniamo che i responsabili di abusi e maltrattamenti temano di più il commissariamento delle probabili condanne, poiché solo il commissariamento li potrebbe privare dello strumento più potente che hanno per continuare a fare ciò che hanno sempre fatto per oltre trenta anni. Non vorremmo che tra 10 o 15 anni ci trovassimo a celebrare l’ennesimo processo.

Lei, intervistato da “Le Iene”, ebbe a dire: “La mia amministrazione, con ‘Il Forteto’ ha avuto a che fare meno che zero”. Ce lo dimostri concretamente.

In questi giorni apprendiamo che vuole cambiare L’Italia ed anche L’Europa.

Cominci a cambiare partendo da una provincia a Lei cara: si faccia carico di approfondire la vicenda e ponga finalmente fine senza tentennamenti a questa tragedia umana che ha già avuto ripercussioni europee e sta diventando una vergogna nazionale.

Da Lei, come persona oltre che uomo delle Istituzioni, ci attendiamo un iniziativa di stampo lapiriano che tolga questa cappa di piombo che opprime tanta parte della società civile.

Sempre disponibili ad un eventuale incontro,

Le porgiamo Cordiali Saluti

.

Per l’associazione Vittime del Forteto

Il Presidente

Sergio Pietracito
Fonte
www.riscossacristiana.it/lettera-aperta-renzi-del-presidente-dellassociazione-vittime-del-...
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"Cio’ che i Cattolici furono un tempo , noi lo siamo ora . Se noi abbiamo torto , allora anche i Cattolici hanno avuto torto per duemila anni . Noi siamo cio’ che un tempo siete stati voi. Noi crediamo in cio’ che voi un tempo credevate . La nostra fede e’ la stessa che un tempo avevate anche voi . Se noi abbiamo torto ora , avevate anche voi torto allora . Se avevate ragione voi allora , abbiamo ragione noi adesso".
Robert De Piante

“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger - Commentary on the documents of Vatican II, vol. V, p. 134, Herbert Vorgrimler - Ed. Herder and Herder)
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