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DISFUNZIONE ERETTILE nel Diabetico

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2017 12:53
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09/08/2014 15:13
 
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Come precedentemente detto, quella che fino a poco tempo fa era chiamata “impotenza” oggi, con maggiore precisione, viene definita nel linguaggio medico corrente “disfunzione erettile”. Orbene, l’impotenza o disfunzione erettile, al di là di ogni discussione semantica sulla terminologia, è certamente una delle più frequenti complicanze del diabete mellito. Dalle indagini epidemiologiche eseguite in vari Paesi e anche in Italia si può desumere che la disfunzione erettile sia presente nei diabetici in misura tre volte superiore rispetto ai non diabetici. Nella popolazione adulta maschile non diabetica, la frequenza della disfunzione erettile è dell’ordine del 13% con variazioni dal 2-5% a 40 anni al 25-20% a 65 anni. Nei diabetici, invece, lo stesso problema è presente nel 15% dei casi fra 20 e 40 anni di età per arrivare a ben il 40-60% fra i 50 e i 70 anni.

Malgrado la frequenza con cui la disfunzione erettile si manifesta nella popolazione maschile diabetica e gli effetti negativi che essa può indurre sulla qualità della vita, questa anomalia non riceve ancora dai diabetologi e dagli stessi soggetti che ne sono portatori le stesse attenzioni riservate alle altre complicanze. Infatti, da un lato, non si è propensi a confidarsi col proprio medico o diabetologo per un problema vissuto molto spesso con sofferenza, nella propria intimità e, dall’altro, anche da parte del diabetologo, vi è una certa riluttanza ad affrontare direttamente un argomento considerato ancora un tabù a livello sociale e quindi marginalizzato anche sotto il profilo medico. Così, mentre si è molto rigidi ed esigenti nel consigliare un controllo periodico dell’emoglobina glicata (ogni 3 mesi) e della microalbuminuria, come indice precoce di danno renale e del fondo oculare (ogni anno), per svelare i segni premonitori della nefropatia o della retinopatia diabetica, spesso neppure una domanda è indirizzata per accertare la presenza di una anomalia che non costituisce di per sé un fattore di rischio per la vita, ma che può contribuire in larga misura a comprometterne la qualità.

Eppure, la disfunzione erettile non dovrebbe essere qualcosa per cui sentirsi imbarazzati o addirittura provare un senso di colpa. Avere una disfunzione erettile non significa essere infertili o incapaci di avere un orgasmo e una eiaculazione. Inoltre, in questi anni, a differenza del passato, si sono resi disponibili farmaci capaci di correggere questo difetto e altri ancora più efficaci sono appena stati commercializzati. È perciò ora che gli uomini che accusano una disfunzione erettile non siano più gravati dal mito che attribuisce al sintomo il significato di una perdita irreparabile di virilità-potenza. Ed è anche da auspicare che nel colloquio fra paziente e diabetologo facciano la loro comparsa alcune domande stimolate da entrambe le parti e volte ad accertare l’esistenza o meno della disfunzione erettile e, in caso affermativo, a illustrare i test diagnostici da eseguire e i rimedi da adottare.

Perché il diabete provoca disfunzione erettile?
Come abbiamo visto, il pene è una struttura eminentemente vascolare, provvista di un microcircolo particolarmente ricco e di una corrispondente innervazione. Un circolo capillare altrettanto esteso e altrettanto essenziale per la funzione dell’organo è nel rene (i glomeruli renali) e nella retina.
Il diabete, o per dir meglio l’eccesso di glucosio nel sangue che è alla base della sua stessa definizione, danneggia le strutture microvascolari, nel rene come nella retina, nel pene e in ogni altro organo e tessuto con vari meccanismi, ma soprattutto con due modalità. Infatti, il glucosio presente in eccesso si lega alla parete dei vasi e alle proteine strutturali dei tessuti, rendendole meno elastiche e impedendone quindi la distensibilità. Nel pene ciò comporta un difetto di dilatazione delle arterie e dei corpi cavernosi con conseguente minore afflusso di sangue e minore turgidità. Ma, prima ancora che questo avvenga, si verifica un difetto di liberazione nelle terminazione nervose e nei piccoli vasi della sostanza vasodilatatrice per eccellenza, il nitrossido, che, come abbiamo detto, è alla base di questo processo. La maggiore rigidità delle strutture, da un lato, e la minore disponibilità di NO sono alla base del difetto di erezione causato dal diabete.
La conoscenza acquisita in questi ultimi anni del ruolo svolto come mediatore chimico dal nitrossido, ha consentito di mettere a punto farmaci capaci per la prima volta di correggere con un meccanismo fisiologico la disfunzione erettile.


Vi sono condizioni che facilitano la comparsa di disfunzione erettile nei pazienti diabetici?
A parità di età, la disfunzione erettile è più frequente nel diabete di tipo 1 rispetto al tipo 2 ed è molto strettamente correlata con l’età del soggetto, la durata del diabete e il grado di controllo metabolico. Infatti, al pari delle altre complicanze, la disfunzione erettile sarà tanto più frequente quanto maggiore per intensità e durata sarà l’esposizione alla iperglicemia. Ne deriva che, al pari delle altre complicanze microangiopatiche del diabete, anche la disfunzione erettile può essere prevenuta mantenendo un controllo metabolico ottimale. Anche l’ipertensione arteriosa, le coronaropatie e vasculopatie periferiche costituiscono altrettanti fattori di rischio per la disfunzione erettile. E’ implicito in ciò che soggetti già portatori di altre complicanze (retinopatia, nefropatia, e particolarmente neuropatia) presentino con maggiore facilità segni di disfunzione erettile.
Fra i tanti attributi negativi, l’abitudine al fumo ha anche quella di favorire, in maniera determinante, la comparsa di impotenza. Del pari, è necessario indagare il possibile ruolo di farmaci assunti per altre patologie frequentemente associate al diabete come i diuretici, alcune classi di farmaci impiegati per la terapia dell’ipertensione arteriosa, antidepressivi, antiepilettici, alcuni chemioterapici e, in una certa misura, anti-infiammatori non steroidei.


La disfunzione erettile del soggetto diabetico è suscettibile di terapia e quindi di correzione?
La risposta deve essere oggi positiva nella grande maggioranza dei casi. Tuttavia, non sarà mai sufficiente sottolineare come, anche nel caso della disfunzione erettile come delle altre complicanze del diabete, la prevenzione sia più facile da seguire della terapia. Quindi: diagnosi precoce, terapia tempestiva, controllo ottimale della glicemia fino alla quasi normalizzazione ed eliminazione di ogni altro fattore di rischio associato per prevenire la comparsa della microangiopatia e quindi di disfunzione erettile.
Se invece la disfunzione erettile è già in atto, il paziente deve essere, in primo luogo, rassicurato circa la possibile reversibilità della lesione e aiutato a eliminare la componente psicologica di ansietà e depressione che, di frequente, accompagna il disturbo della funzione sessuale. E’ da notare, al riguardo, come la componente psicologica possa avere un ruolo prevalente nei giovani, specie nei casi in cui non vi siano altre complicanze o la durata del diabete sia breve.
In genere, non c’è spazio per una terapia ormonale e soltanto occasionalmente si può assistere a una fortuita coincidenza di un ipogonadismo con deficit di testosterone o di una iperprolattinemia che, se presenti, richiedono un trattamento specifico.
La terapia farmacologica si basa oggi solamente sull’impiego degli inibitori della fosfodiesterasi-5 presente appunto nel pene. Questa classe di farmaci comprende oggi più molecole, già citate sopra: al Sildenafil si sono aggiunti il Vardenafil e il Tadalafil, che si differenziano dal primo per un più favorevole profilo di azione, pur condividendo un medesimo meccanismo.
Come abbiamo ricordato, l’erezione è dovuta alla vasodilatazione indotta dall’ossido nitrico, che si libera dalle terminazioni nervose per effetto della stimolazione sessuale. Il nitrossido stimola la produzione di un secondo messaggero, il GMP ciclico, artefice del rilasciamento della muscolatura liscia e quindi della vasodilatazione. Il GMP ciclico ha però una vita biologica assai breve, essendo inattivato rapidamente dalla fosfodiesterasi. Gli inibitori della fosfodiesterasi prolungano l’effetto del GMP e facilitano perciò la comparsa e il mantenimento dell’erezione.
Negli studi clinici fin qui eseguiti, Sildenafil, Vardenafil e Tadalafil si sono mostrati tutti efficaci nell’indurre un significativo miglioramento della erezione in circa l’80% dei casi. Una percentuale di successo inferiore, pari all’incirca al 60%, può essere attesa in una popolazione diabetica. Un importante recente studio ha peraltro segnalato come il Vardenafil sia stato giudicato efficace dal 72% dei diabetici intervistati. Il Sildenafil, è commercializzato con dosaggi da 25- 50-100 mg, il Vardenafil con dosaggi da 5-10-20 mg e, infine, il Tadalafil con dosaggi da 10-20 mg. Sarà il medico di fiducia a indicare farmaci e dosaggi più appropriati.


Vi sono effetti collaterali indesiderati attribuibili agli inibitori della fosfodiesterasi?
Gli effetti collaterali attribuibili a questi farmaci sono prevalentemente lievi-moderati, e dose-dipendenti, e soltanto raramente hanno determinato l’interruzione del trattamento.
Un possibile quanto tipico effetto collaterale riguarda una anomalia della visione, dei colori nella regione del blu, con difetto di discriminazione blu-verde. Questo effetto, di per sé innocuo, riscontrato particolarmente con il Sildenafil, è da attribuire alla stimolazione della fosfodiesterasi-6 presente nei coni e bastoncini della retina. Non è stato invece riscontrato o è più raro con l’uso di Vardenafil e Tadalafil, più specifici per la fosfodiesterasi-5 e di scarsa selettività per la fosfodiesterasi-6.
Altri effetti collaterali consistenti in cefalea, “flushing” (rossore) e rinite (naso chiuso) sono da attribuire alla inibizione della fosfodiesterasi della muscolatura liscia vasale, con conseguente vasodilatazione nei vari distretti interessati. La dispepsia (bruciore, peso epigastrico) è dovuta all’interessamento della muscolatura della giunzione gastro-esofagea. Dolore muscolare e mal di schiena, osservati con Tadalafil, sono attribuibili alla inibizione della fosfodiesterasi-11, presente nella parete vasale dei muscoli scheletrici.
Tutti gli effetti collaterali derivano quindi dalla inibizione di varie isoforme della fosfodiesterasi presenti nei diversi organi e tessuti e gli effetti sono tanto minori quanto maggiore è la specificità esclusiva per la fosfodiesterasi-5 presente nel pene.

Quali sono le controindicazioni all’impiego di questi farmaci?
Poiché tutti i farmaci di questa classe agiscono aumentando la disponibilità di nitrossido, ne è proibito l’impiego in associazione con i nitrati, di uso comune nella terapia e nella prevenzione dell’angina pectoris e più in generale nelle coronaropatie. I nitrati infatti inducono la generazione di ossido nitrico che, in sinergia con un inibitore fosfodiesterasico, può determinare una riduzione critica della pressione arteriosa.
Vi è perciò una controindicazione assoluta all’impiego di questi farmaci in associazione, sia costante sia saltuaria, con i nitroderivati somministrati per os, come per via transdermica (cerotti). L’impiego degli inibitori della fosfodiesterasi è controindicato in soggetti portatori di cardiopatie gravi, anche in assenza di uso di nitrati ma, in questo caso, è l’attività sessuale in sé a essere sconsigliata ancor prima dell’uso del farmaco.
In conclusione, si può ritenere che, al di fuori di queste limitate controindicazioni, l’impiego degli inibitori della fosfodiesterasi sia, oltre che efficace in una ampia quota di pazienti, del tutto sicuro. In ogni caso, la loro prescrizione deve rimanere di esclusiva pertinenza del medico che ne conosce il meccanismo d’azione, ed è quindi in grado di stabilire l’appropriatezza del loro impiego, in rapporto alla patologia presente nei singoli pazienti.


Paolo Brunetti (Diabetologo-Università di Perugia)
Fonte
www.diabete.net/la-disfunzione-erettile-si-puo-curare/vivere-con-il-diabete/disfunzione-erett...
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"Cio’ che i Cattolici furono un tempo , noi lo siamo ora . Se noi abbiamo torto , allora anche i Cattolici hanno avuto torto per duemila anni . Noi siamo cio’ che un tempo siete stati voi. Noi crediamo in cio’ che voi un tempo credevate . La nostra fede e’ la stessa che un tempo avevate anche voi . Se noi abbiamo torto ora , avevate anche voi torto allora . Se avevate ragione voi allora , abbiamo ragione noi adesso".
Robert De Piante

“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger - Commentary on the documents of Vatican II, vol. V, p. 134, Herbert Vorgrimler - Ed. Herder and Herder)
G.Mateo
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27/10/2017 12:53
 
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la disfunzione erettile si puo curare
Con kamagra sono pronto a regalare piacere a mia moglie per più di un’ora. L’erezione dura molto e il preparato non ha effetti collaterali, questi fattori sono molto importanti per me. Se qualcuno si spaventa per il prezzo fidatevi, l’effetto vale ogni singolo centesimo, io acquisto le pillole su www.pharmacy-weightloss.net con lo sconto del 50%. Allora in bocca al lupo!!!
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