chiesaepostconcilio.blogspot.it - lunedì 21 marzo 2016
Ora le parrocchie non mettono più solo a disposizione le abitazioni per accogliere gli immigrati, ma persino i luoghi di culto, facendoli diventare luoghi di preghiera per i musulmani.
Lo apprendiamo da Il Giornale: "Ora i preti aprono la chiesa ai musulmani" [qui].
E toscanamedianews.it [qui] scrive: "Richiamandosi all’appello all’accoglienza lanciato da Papa Francesco due parroci hanno deciso di offrire ai loro ospiti anche la possibilità e uno spazio fisico da utilizzare come luogo di raccoglimento e preghiera".
Questi deprecabili fatti del pistoiese per la verità sono stati stigmatizzati dal vescovo, ma senza alcun effetto sui sacerdoti promotori, che vanno avanti senza remore. Di fatto essi non fanno altro che seguire l'esempio di chi sta ben più in alto.
Anche chi riuscisse a rimanere indifferente ad un simile scempio della propria Fede, non può ignorare che non esistono al mondo moschee, ma nemmeno paesi islamici, in cui sia consentito ai cristiani pregare inginocchiati davanti ad un crocifisso. Al di là di tutto, un simile calabraghismo non può che suscitare ulteriore disprezzo da parte di chi si vede spalancare ogni porta, riuscendo così ad invadere più spazi di quanto non sia oggettivamente tollerabile.
Le preghiere e le Messe di riparazione non bastano più perché la nuova chiesa rivoluzionaria ecumenista e mondialista sta penetrando sempre più capillarmente nel cosiddetto 'popolo di Dio'. Tuttavia resiste e continuerà e resistere il corpo mistico di Cristo.
Continueremo a ribadire senza mai stancarci: l'affermazione che "cristiani, ebrei e islamici adorano lo stesso Dio" è inesorabilmente erronea (approfondire qui).
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