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La Chiesa cattolica in Svizzera è «un'azienda miliardaria»

Ultimo Aggiornamento: 16/09/2023 14:26
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15/09/2023 17:11
 
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La stampa elvetica fa i conti in tasca alle parrocchie confederate, "denunciando" di contro risarcimenti avari alle vittime di molestie.

La stampa elvetica fa i conti in tasca alla Chiesa cattolica in Svizzera, definendola come «un’azienda miliardaria». Ma quanto fruttano alle casse ecclesiastiche le tasse ecclesiastiche e immobili? Secondo l'approfondimento del Blick la cifra si aggira intorno al miliardo di franchi annui, 1.059 milioni per l'esattezza.

Numero che - basato su valori medi dal 2016 al 2021 confermati dalla Conferenza centrale cattolica romana - viene ripartito cosÌ: 782 milioni di franchi derivanti da imposte ecclesiastiche da parte di persone fisiche; 172 milioni di proventi da persone giuridiche e 105 milioni di franchi di contributi dal settore pubblico.

Ma non è tutto, visto che il solo patrimonio immobiliare, secondo Ansgar Gmür, teologo ed ex direttore dell'Associazione svizzera dei proprietari di case - «vale almeno tre miliardi di franchi». Immobili che hanno sì dei costi - quelli di manutenzione e del personale ad esempio - ma sui quali si può approssimare un rendimento minimo di circa l’1%, ergo 30 milioni di franchi all'anno.

Tutto questo premesso, per il quotidiano svizzero risultano invece essere «modeste» le somme devolute alle vittime di abuso.

Ecco infatti la cifra accantonata a questo scopo dalla Chiesa svizzera: 2,5 milioni di franchi,"tesoretto" da adibire ai risarcimenti. E ad oggi ammontano a 2 milioni i versamenti risarcitori alle vittime, pari a un massimo di 20 mila franchi ciascuna. Un po' pochino se paragonato a quanto avviene ad esempio in Germania, a Colonia, dove l'arcidiocesi locale è stata recentemente condannata a sborsare 280mila franchi a una vittima di abusi.

Ma per la Chiesa cattolica in Svizzera le cose potrebbero cambiare, se le indagini in corso e i casi ancora sommersi andranno in contro a conferme e condanne.

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E questo non è tutto! [SM=g10765]
15/09/2023 17:13
 
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Abusi sessuali nella chiesa cattolica svizzera, al via la ricerca indipendente


Sono state le stesse realtà ecclesiali a commissionare un'indagine approfondita sullo sfruttamento sessuale.

BERNA - «Il finanziamento è garantito: la ricerca storica indipendente sugli abusi sessuali verrà approfondita».
Il progetto di ricerca avrà una durata di tre anni e sarà condotto dall'Università di Zurigo. La copertura economica è garantita dalla Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ) e la Conferenza delle unioni degli ordini religiosi e delle altre comunità di vita consacrata in Svizzera (KOVOS).

Alla fine del 2021, le tre realtà avevano messo a punto un primo progetto di ricerca sulla storia dello sfruttamento sessuale nell’ambito della Chiesa cattolica romana in Svizzera dalla seconda metà del XX secolo.

«Il 12 settembre - si legge nel comunicato - saranno presentati i risultati del progetto pilota 2022-2023. In questa occasione saranno illustrati anche gli obiettivi di ricerca e le conclusioni per il progetto successivo. Consapevoli della loro responsabilità comune, la CVS, la KOVOS e la RKZ hanno convenuto di proseguire».

Come riporta la SRF, “IG MIKU”, il gruppo d’interesse per le vittime di abusi nell’ambito ecclesiastico, ha accolto con favore la decisione, definendola un passo nella giusta direzione. Tuttavia, il gruppo si aspetta la realizzazione di altre richieste, «come ad esempio la creazione di una struttura di supporto indipendente per le vittime».

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15/09/2023 17:23
 
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Uno studio rileva 1.000 casi di abusi sessuali nella Chiesa cattolica svizzera


La Chiesa svizzera diventa l'ultima in ordine di tempo, in Europa, a fare i conti con lo scandalo degli abusi sessuali. Ma le autrici dell'inchiesta temono che le scoperte fatte siano solo la "punta dell'iceberg"

Uno studio approfondito sugli abusi sessuali commessi da sacerdoti cattolici e da altre persone in Svizzera ha portato alla luce più di 1.000 casi, dalla metà del XX secolo.

Il rapporto, commissionato dalla Conferenza episcopale svizzera e condotto nell'arco di un anno da due storici dell'Università di Zurigo, offre uno sguardo approfondito sugli abusi e le molestie sessuali che hanno messo in crisi la Chiesa cattolica in tutto il mondo negli ultimi decenni.

Gli autori della ricerca hanno dichiarato di aver identificato 1.002 "situazioni di abuso sessuale", comprese le accuse contro 510 persone.
Gli abusi, scrivono, hanno riguardato 921 persone.

"Le situazioni identificate rappresentano sicuramente solo la punta dell'iceberg", hanno dichiarato le storiche Monika Dommann e Marietta Meier, autrici dello studio.

Con poche eccezioni, gli accusati sono uomini. Quasi tre quarti dei documenti esaminati mostrano che l'abuso sessuale riguardava minori; il 56% dei casi di abuso sessuale riguardava uomini o ragazzi.

Circa il 39% delle vittime erano donne o ragazze, mentre la ricerca non ha permesso di identificare per genere il restante 5%.

Le ricercatrici hanno esaminato migliaia di pagine di documenti segreti, raccolti dalle autorità ecclesiastiche a partire dalla metà del XX secolo. Tuttavia, molte fonti di informazione non sono state studiate a fondo. Le ricercatrici anche citato alcuni casi in cui i documenti sono stati distrutti per coprire i presunti illeciti.

Lo studio riporta che gli abusi sono avvenuti in tutta la Svizzera. Più della metà dei casi si è verificata durante la cura pastorale e circa il 30% in luoghi come scuole, case e collegi. Alcuni "incidenti" sono avvenuti addirittura durante confessioni o preghiere.

Secondo le ricercatrici, molti casi sono stati "nascosti, insabbiati o minimizzati".

"I funzionari della Chiesa trasferivano abitualmente i chierici accusati e condannati, a volte anche all'estero, nel tentativo di evitare procedimenti penali secolari e di garantire un nuovo incarico ai chierici", hanno scritto Monika Dommann e Marietta Meier.
"Così facendo, gli interessi della Chiesa cattolica e dei suoi leader sono stati anteposti al benessere e alla protezione dei parrocchiani".


Il rapporto segna l'ultimo tentativo di una Conferenza episcopale nazionale di fare un "bilancio storico" degli abusi di cui la gerarchia ecclesiastica è stata a conoscenza per decenni, ma che raramente (o quasi mai) ha sanzionato.

Negli ultimi anni, ricerche di questo tipo in altri paesi (Germania, Irlanda,Francia, Spagna) hanno suscitato richieste di risarcimento per le vittime e alimentato le richieste di punire i vescovi, i cardinali e i vertici religiosi che hanno coperto ogni sorta di abuso.

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15/09/2023 17:29
 
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Abusi sessuali e coperture, sotto accusa diversi vescovi svizzeri


In seguito a una segnalazione è stata aperta un'indagine.

BERNA - È bufera sul clero cattolico rossocrociato. In seguito a delle accuse mosse contro membri emeriti e in carica della Conferenza dei vescovi svizzeri e altri presbiteri riguardanti casi di abusi sessuali è stata aperta un'indagine. Lo rivela in una nota odierna, dopo che il Sonntagsblick ne ha dato notizia, la Conferenza dei vescovi svizzeri.

Le segnalazioni, trasmesse a fine maggio via lettera al nunzio apostolico in Svizzera Martin Krebs, riguardano in primis la gestione di casi di abusi sessuali. Alcuni membri emeriti e in carica vengono inoltre accusati di aver commesso, in passato, molestie sessuali.

I vescovi sospettati di aver occultato casi di abusi sono sei, rivela il Sonntagsblick, mentre uno avrebbe aggredito sessualmente un giovane. A inoltrare la segnalazione, sempre stando al domenicale zurighese, sarebbe stato il parroco bernese Nicolas Betticher.

«Anche il Presidente della Conferenza episcopale, il vescovo Felix Gmür, è stato informato di questa lettera e ha immediatamente verificato con il nunzio apostolico che quest'ultima fosse già stata inoltrata all'autorità di Roma competente: il Dicastero per i vescovi», viene specificato.

Per accertare i fatti, il 23 giugno il Vaticano ha ordinato un’indagine previa canonica e ne ha affidato la direzione al vescovo Joseph Bonnemain. Dal 1989 al 2021, Bonnemain ha diretto indagini e procedimenti penali simili in veste di ufficiale presso la Diocesi di Coira.

L’indagine è attualmente in corso e dovrebbe concludersi entro la fine dell'anno. «L'oggetto principale riguarda le accuse di copertura dei casi di abuso. Per le indagini su presunti reati sessuali, i principali responsabili sono la polizia e il pubblico ministero», viene precisato.

Le direttive della Conferenza dei vescovi svizzeri obbligano i responsabili della Chiesa a denunciare i sospetti di reati sessuali contro i minori al pubblico ministero – dopo aver parlato con la persona coinvolta: i competenti ministeri pubblici sono stati informati dei casi citati nella lettera.

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15/09/2023 17:53
 
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In svizzera siete messi bene!
una domanda: ma il denaro di cui si parla, è frutto di donazioni o sono elargizioni dello stato?
e in questo caso, vale per tutte le confessioni presenti sul territorio?
15/09/2023 20:11
 
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15/09/2023 20:33
 
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Re:
Giandujotta.50, 15.09.2023 17:53:

In svizzera siete messi bene!
una domanda: ma il denaro di cui si parla, è frutto di donazioni o sono elargizioni dello stato?
e in questo caso, vale per tutte le confessioni presenti sul territorio?



In Svizzera per chi non è uscito dalla religione cattolica e protestante,paga le tasse per la chiesa insieme con le tasse per il comune dove risiede.

Ad esempio, solo per avere una misura di quanto viene prelevato, a San Gallo, uno dei cantoni con le imposte di culto più elevate, i cattolici pagano ogni anno 439 franchi (405 euro) e i protestanti 467 franchi (432 euro).


In Svizzera, nella maggior parte dei cantoni, è prelevata un'imposta ecclesiastica sul reddito delle persone registrate come membri di Chiese nazionali. In 20 cantoni su 26, sono tassate anche le persone giuridiche, vale a dire essenzialmente le imprese.
[Modificato da Amalia 52 15/09/2023 20:47]
15/09/2023 22:36
 
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Re: Re:
Amalia 52, 15.09.2023 20:33:



In Svizzera per chi non è uscito dalla religione cattolica e protestante,paga le tasse per la chiesa insieme con le tasse per il comune dove risiede.

Ad esempio, solo per avere una misura di quanto viene prelevato, a San Gallo, uno dei cantoni con le imposte di culto più elevate, i cattolici pagano ogni anno 439 franchi (405 euro) e i protestanti 467 franchi (432 euro).


In Svizzera, nella maggior parte dei cantoni, è prelevata un'imposta ecclesiastica sul reddito delle persone registrate come membri di Chiese nazionali. In 20 cantoni su 26, sono tassate anche le persone giuridiche, vale a dire essenzialmente le imprese.



Il problema a mio avviso è più che altro sapere dove finiscono tutti quei soldi, che cosa ci fanno, agendo come organizzazione religiosa.

Simon
16/09/2023 14:11
 
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La Chiesa Cattolica costa ogni anno quasi 7 miliardi allo Stato italiano

Quanto grava annualmente la Chiesa Cattolica sul bilancio della spesa pubblica? Seppur apparentemente non abbiano alcuna attinenza reciproca, la Chiesa pesa sulle casse dello Stato in maniera tutt’altro che irrisoria. Secondo uno studio dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR), la cifra ammonterebbe addirittura a 7 miliardi di euro l’anno. Le singole voci a comporre la spesa totale vanno dai costi dell’educazione ai contributi dell’8×1000, dalle esenzioni IMU ai contributi di Comuni e Regioni sino ad arrivare agli sconti comunali per l’accesso alle ZTL e alla riduzione del canone TV.

Se sommate tutte insieme, il costo a carico dello Stato (e quindi dei contribuenti) della Chiesa Cattolica è ingente: poco meno di 7 miliardi di euro, secondo lo studio UAAR. Tra le quasi cinquanta voci identificate dallo studio, ve ne sono alcune sulle quali vale la pena soffermarsi.

Il costo annuale dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole è stimato aggirarsi intorno a 1,25 miliardi di euro. La retribuzione dei docenti di religione (sono 13.675 quelli a tempo indeterminato in ruolo alla fine del 2010) è leggermente più cospicua di quella dei colleghi di altre materie, ragione per la quale l’Unione Europea nel 2008 ha aperto un’inchiesta su sollecito di Maurizio Turco, deputato del Partito Radicale. Ai costi degli stipendi vanno poi aggiunti i costi amministrativi e gestionali dei quali si fanno carico gli istituti scolastici, nonché la spesa per l’acquisto dei libri di testo.

Altra ingente spesa che figura nell’elenco stilato dall’UAAR sono gli oltre 1,13 miliardi di euro ricavati dall’8×1000 del gettito Irpef, che viene calcolato in base alle scelte compiute dai contribuenti nel momento in cui viene compilata la dichiarazione dei redditi. Si tratta di soldi che la Chiesa utilizza principalmente per pagare lo stipendio dei sacerdoti (350 milioni di euro circa) e in misura variabile per mettere in atto interventi caritativi sul territorio e nel Terzo mondo, per il restauro dei beni culturali ecclesiastici, la costruzione di nuove chiese e numerose altre attività. Costituisce un fattore degno di nota il fatto che il 60% delle donazioni 8×1000 alla Chiesa viene concesso a causa delle scelte non espresse, che si basano quindi sulle scelte effettuate dagli altri contribuenti. Tramite questo meccanismo le istituzioni religiose, tra le quali la Chiesa Cattolica in primis, ottengono la maggior parte dei fondi a disposizione.

Si aggirano poi intorno ai 620 milioni le esenzioni per la Chiesa dal pagamento dell’IMU, l’Imposta Municipale Unica, nella quale confluiscono l’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI) e le tasse sui rifiuti e altri servizi comunali. Ad oggi un gran numero di edifici commerciali, tra i quali alberghi, case di cura, pensionati, strutture sportive e ricettive e molto altro sono esenti dal pagamento dell’imposta, nonostante generino alla Chiesa introiti ben sopra al valore di mercato.

I contributi delle amministrazioni locali alle scuole costituiscono la successiva voce di spesa più ingente, aggirandosi intorno ai 500 milioni di euro, somma addirittura superiore a quella stanziata a livello statale, che si aggirano intorno ai 430 milioni di euro. Questi ultimi sono versati in conseguenza della legge n. 62/2000, che ha stabilito che le scuole paritarie fanno parte a pieno titolo del sistema di istruzione nazionale e vanno di conseguenza finanziate.

Spese di entità minore, ma comunque ingente, rientrano sotto le voci di servizi appaltati in convenzione ad organizzazioni cattoliche (300 milioni), contributi erogati dai Comuni (257 milioni, stima del 2010), contributi erogati dalle Regioni (242 milioni, anche questa stima riferita al 2010), fino ad arrivare a voci curiose quali gli sconti comunali per l’accesso a Zone di Traffico Limitato (1,5 milioni di euro) e le riduzioni del canone TV (370 mila euro).

Sono circa cinquanta le voci di spesa in totale, e la cifra finale è da capogiro. Buona parte di questi, come i contributi dell’8×1000, vengono molto probabilmente erogati all’insaputa dei contribuenti.

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16/09/2023 14:26
 
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Re: Re: Re:
(SimonLeBon), 15.09.2023 22:36:



Il problema a mio avviso è più che altro sapere dove finiscono tutti quei soldi, che cosa ci fanno, agendo come organizzazione religiosa.

Simon



Secondo le ultime informazioni ufficiali, i salari dei preti possono variare da circa 4.000 a 8.000 franchi svizzeri al mese. Tuttavia, ciò dipende da molte variabili, come ad esempio la posizione geografica, il ruolo all'interno della Chiesa, l'esperienza e il livello di responsabilità.

Sapete quanto guadagna un prete in Svizzera? Ecco il suo stipendio mensile

Un prete è un uomo ordinato nel sacramento dell’Ordine sacro che svolge un ruolo di guida spirituale e religiosa all’interno di una comunità di fedeli.

Il termine “prete” viene comunemente utilizzato nella Chiesa cattolica, ma può essere impiegato anche in altre denominazioni cristiane con simili funzioni e responsabilità.

Agisce come mediatore tra Dio e i fedeli, offrendo sostegno spirituale, celebrando i sacramenti e guidando la comunità nella preghiera e nella pratica religiosa.

Il suo ruolo primario è quello di amministrare i sacramenti, come la messa, il battesimo, la comunione, la cresima, il matrimonio e la confessione.

Un prete è responsabile della predicazione della Parola di Dio, dell’insegnamento della dottrina e della morale della Chiesa, nonché della guida spirituale dei fedeli.

Svolge anche funzioni pastorali, come la visita agli ammalati, la cura dei bisognosi e l’assistenza nelle situazioni di crisi o di lutto.

I preti possono essere assegnati a una parrocchia specifica, dove servono come parroci, o possono essere impiegati in altre istituzioni ecclesiastiche come seminari, scuole, ospedali o missioni all’estero.

Il ruolo del prete

Il ruolo del prete può variare leggermente a seconda della confessione religiosa o della denominazione specifica.


In linea generale, si occupa di aspetti principali propri della sua missione religiosa. Uno di questi è la celebrazione dei sacramenti.

In pratica, il prete presiede la messa, il battesimo, la cresima, la comunione, il matrimonio e la confessione. È responsabile di condurre i riti religiosi e di amministrare i sacramenti alla comunità.

È anche preposto alla predica durante le messe e offre insegnamenti sulla dottrina e la morale cattolica o della rispettiva denominazione. Spiega le Scritture e guida i fedeli nella comprensione della fede.

Spesso si occupa anche di consulenza spirituale, poiché offre sostegno spirituale ai fedeli. Può essere disponibile per ascoltare le preoccupazioni, fornire conforto e consigliare sulle questioni spirituali.

Inoltre gestisce le attività pastorali della comunità, coordinando le attività parrocchiali, organizzando eventi religiosi e guidando la comunità nella sua crescita spirituale.

Sicuramente, uno dei suoi ruoli più importanti è dare assistenza ai bisognosi. Il prete si impegna ad aiutare gli emarginati, offrendo sostegno morale, materiale e spirituale. Può visitare gli ammalati, confortare i morenti e svolgere opere di carità.

Ma quanto guadagna un prete? Nel nostro Paese tra gli 800 e i 2.000 euro. E in Svizzera? Andiamo a scoprirlo.

Quanto guadagna un prete in Svizzera?

I salari dei preti in Svizzera variano notevolmente in base alla diocesi, all’esperienza, al ruolo e ad altri fattori.

Quanto guadagna un prete in Svizzera



Lo stipendio che ricevono è su base mensili. Secondo le ultime informazioni ufficiali, i salari dei preti possono variare da circa 4.000 a 8.000 franchi svizzeri al mese.

Tuttavia, ciò dipende da molte variabili, come ad esempio la posizione geografica, il ruolo all’interno della Chiesa, l’esperienza e il livello di responsabilità.

È importante considerare che, oltre allo stipendio, i preti in Svizzera possono ricevere altri benefici, come l’alloggio o un’auto di servizio, che possono contribuire al loro pacchetto complessivo di compensi.


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