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Ringiovanimento della mucosa duodenale nel trattamento del diabete mellito di tipo 2

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2018 10:58
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20/03/2018 10:58
 
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xagenasalute.it


La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma e l’Humanitas Research Hospital di Rozzano ( Milano ) daranno vita a una sperimentazione clinica di fase II su una nuova cura definitiva e non-farmacologica per il diabete.
Verrà impiegato il calore per rigenerare una mucosa intestinale sana, agendo su una parte dell’intestino, il duodeno.

La tecnica, in chirurgia mininvasiva endoscopica con una apparecchiatura e un catetere che permettono di applicare con la massima precisione il calore alla mucosa del duodeno per brevissimo tempo, è stata finora testata su alcuni pazienti dimostrandosi sicura e potenzialmente efficace.
I nuovi test clinici serviranno a convalidarne l’efficacia nella terapia del diabete mellito.

Agendo sulla mucosa intestinale il calore ripristina la normale composizione degli ormoni prodotti dall’intestino e migliora il controllo della glicemia e quindi del diabete.
Questa tecnica si chiama ringiovanimento della mucosa duodenale ( DMR ) ed è stata sviluppata dalla azienda statunitense Fractyl Laboratories.

La nuova fase di sperimentazione consiste in uno studio multicentrico ( REVITA-2 ) che vede protagonista per l’Italia l’Università Cattolica e la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma e l’Humanitas Research Hospital di Rozzano, insieme a più di 15 altri centri ospedalieri europei di eccellenza in Belgio, Inghilterrra e Germania.

I primi pazienti arruolati nel precedente studio, REVITA-1 sono stati trattati al Policlinico A. Gemelli da Guido Costamagna, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Endoscopia Digestiva Chirurgica.

I risultati fino a ora ottenuti in più di 100 pazienti trattati sia nello studio di fattibilità ( eseguito in Cile per valutare, appunto, la fattibilità e la sicurezza della procedura ) sia nello studio multicentrico REVITA-1, hanno dimostrato che il trattamento ha un impatto sulla malattia dimostratosi di notevole entità e duraturo nel tempo.

Lo studio REVITA-2 prevede l'arruolamento di oltre 100 pazienti in vari Centri europei e sarà seguito nella seconda parte dell’anno dall’inizio di una analoga sperimentazione negli USA, volta a ottenere l’approvazione dell’FDA ( Food and Drug Administration ), l’Agenzia regolatoria sui farmaci e le terapie degli Stati Uniti.
Il trattamento sarà messo a confronto con una terapia placebo per verificarne l’efficacia. Lo studio, la cui metodica ha già dimostrato la propria sicurezza e innocuità, recluta pazienti volontari di età compresa tra 28 e 74 anni, affetti da diabete mellito di tipo 2, in terapia con farmaci antidiabetici orali ma non ancora sottoposti a Insulina, con valori di emoglobina glicata ( HbA1c ) tra 7.5 e 10%.

Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia di proporzioni pandemiche non sempre associata all’obesità. Si stima che ne siano affetti circa 382 milioni di persone in tutto il mondo e l’incidenza della malattia sta aumentando a un ritmo allarmante sia nei Paesi occidentali sia in quelli in via di sviluppo. Solo in Italia, quasi 4 milioni di persone ne soffrono, di cui il 90% del tipo 2.

Si tratta di una malattia complessa la cui patogenesi non è completamente conosciuta. Tra i fattori che contribuiscono allo sviluppo della malattia vi sono la predisposizione genetica, l'obesità, lo stile di vita sedentario e una dieta ad alto contenuto di zuccheri e grassi.
La ricerca di base ha dimostrato che la dieta ipercalorica provoca cambiamenti nella mucosa duodenale ( il rivestimento del primo tratto dell'intestino tenue ). Questi cambiamenti alterano il segnale ormonale che regola la glicemia, contribuendo prima alla resistenza all’ormone insulina ( principale regolatore della glicemia ), poi alla disfunzione delle cellule del pancreas che producono l’ormone, infine all’insorgenza del diabete di tipo 2.
Recenti studi sull’animale hanno ulteriormente corroborato le ipotesi su possibili alterazioni della mucosa del duodeno in relazione alla dieta ipercalorica e con eccesso di zuccheri.

I pazienti difficilmente controllano la patologia per un lungo periodo di tempo e tendono a sviluppare complicanze micro e macrovascolari causate da iperglicemia. Insufficienza renale, che spesso necessita di dialisi, cecità e amputazione del piede sono conseguenze frequenti del diabete mellito di tipo 2 non-controllato adeguatamente dalla terapia.

Il diabete mellito di tipo 2, inoltre, è un fattore di rischio significativo per il peggioramento della demenza e lo sviluppo di patologie cardiovascolari.

Attualmente il diabete mellito di tipo 2 si controlla con farmaci somministrati per via orale, il più usato dei quali è la Metformina.
Sono disponibili diverse classi di farmaci ma con la progressione della patologia molti pazienti necessitano della terapia insulinica che viene somministrata per iniezione più volte al giorno.

L’efficacia dei trattamenti farmacologici è inficiata da diversi fattori tra cui la difficoltà di seguire le terapie.

Vi è dunque la necessità di terapie alternative ai soli farmaci e dai risultati più duraturi.

Il ringiovanimento della mucosa duodenale è una nuova procedura endoscopica.

Ricerche effettuate da Geltrude Mingrone, direttore dell’Unità Operativa Complessa Patologie dell'obesità del Gemelli, et collaboratori hanno dimostrato che la chirurgia bariatrica, che si attua per trattare obesità grave, può portare a miglioramenti duraturi del controllo glicemico rispetto alla terapia farmacologica e a una riduzione della mortalità e delle complicanze del diabete mellito di tipo 2.

Diversi studi stanno cominciando a spiegare i meccanismi di base dell'effetto anti-diabete della chirurgia bariatrica. In particolare, l'esclusione del duodeno dal passaggio di nutrienti sembra comportare miglioramenti quasi immediati dell’insulino-resistenza.
La mucosa intestinale è il più grande organo endocrino dell'organismo e rilascia ormoni per regolare l’equilibrio del glucosio sia a digiuno che dopo i pasti.
Infatti, disfunzioni della mucosa intestinale ( ipertrofia e iperplasia endocrina della mucosa duodenale ) sono frequentemente associate al diabete mellito.

Il ringiovanimento della mucosa duodenale è una tecnica endoscopica di ablazione della mucosa duodenale in grado di normalizzare in maniera duratura i vari ormoni rilasciati dalla mucosa intestinale e coinvolti nell'insulino-resistenza e forse proprio nel meccanismo di controllo glicemico.
Consiste nell’introduzione trans-orale di un catetere a palloncino che fornisce una dose controllata di energia termica sulla superficie della mucosa. L’apparecchiatura cui è collegato il catetere consente un controllo preciso della temperatura che viene applicata alla superficie della mucosa sì da garantire la sicurezza della procedura, risultata molto ben tollerata dai pazienti.
La procedura dura meno di un’ora e i pazienti vengono dimessi il giorno dopo.

Finora sono stati trattati nel mondo oltre 100 pazienti, di cui 7 al Policlinico Agostino Gemelli. La terapia è risultata ben tollerata e priva di rischi, con significativi miglioramenti di parametri tra cui glicemia, emoglobina glicata e enzimi epatici nella maggior parte dei pazienti.

La fase sperimentale si concluderà nell’arco di circa 2 anni; se i risultati si confermeranno positivi questo innovativo trattamento potrà essere esteso a tutti quei pazienti affetti da diabete mellito che non riescono a tenere sotto controllo la terapia con i farmaci e che costituiscono circa la metà del totale. ( Xagena Medicina )

Fonte: Policlinico Agostino Gemelli di Roma, 2017

Xagena_Salute_2017
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