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Diabete: sintomi, complicanze e terapie

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2016 21:32
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Redazione Paginemediche


Che cos’è il diabete
Il Diabete è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della glicemia, ossia della concentrazione di zucchero nel sangue che l'organismo non è in grado di riportare alla normalità.

Si verifica una condizione di iperglicemia quando la Glicemia supera i 110 mg/dl a digiuno o 140 mg/dl a due ore da un pasto.

Questa condizione può dipendere da un difetto nella funzionalità o nella produzione dell’insulina, l’ormone secreto dal pancreas, impiegato per il metabolismo degli zuccheri e degli altri componenti del cibo da trasformare in energia per organi e muscoli.

Elevati livelli di glucosio nel sangue tendono ad innalzarsi favorendo la comparsa del diabete e delle complicanze croniche come danni a reni, retina, nervi periferici e sistema cardiovascolare (cuore e arterie).

Tipi di diabete
Si distinguono tre tipi di diabete: il diabete di tipo 1, il diabete di tipo 2 e il diabete gestazionale.

Diabete di tipo 1 (in sigla DM1 o T1DM)
Il diabete di tipo 1 (o insulinodipendente) è una patologia cronica, autoimmune, nella quale il pancreas non è in grado di produrre l’insulina. Il diabete di tipo 2 è una malattia cronica dovuta a un’alterazione della quantità o del funzionamento dell’insulina, caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue. È una forma di diabete che esordisce prevalentemente nell’infanzia e nell’adolescenza (tra i 2 e i 25 anni per questo un tempo veniva definito diabete infantile), anche se non sono rari i casi di in età adulta prima dei 40 anni. Si manifesta in maniera spesso improvvisa e con sintomi come dimagrimento, aumento della produzione di urina e della sensazione di sete, disidratazione.
Nel diabete di tipo 1 si verifica una reazione immunologica per cui il sistema immunitario distrugge velocemente le cellule che producono insulina. Una persona colpita da diabete di tipo 1 deve quindi assumere dall’esterno l’insulina con più somministrazioni nella giornata in modo da avere a disposizione sempre la giusta quantità per riprodurre la secrezione fisiologica.

Diabete di tipo 2 (in sigla DM2 o T2DM)
Il diabete di tipo 2 (non insulinodipendente) è una malattia cronica dovuta a un’alterazione della quantità o del funzionamento dell’insulina, caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue. È la forma più frequente di diabete, in passato erroneamente definita diabete dell’anziano o diabete alimentare poiché solitamente si manifesta dopo i 40 anni soprattutto in persone sovrappeso o obese. L’esordio è privo di sintomi oppure, quando si presentano sono generalmente simili ai sintomi del diabete di tipo 1 ma in forma più lieve e ha un’evoluzione lenta durante la quale la persona con diabete perde progressivamente la capacità di controllare l’equilibrio della sua glicemia. In una prima fase il diabete di tipo 2 necessita di essere controllato con sempre più Insulina per far entrare il glucosio nelle cellule. In una seconda fase il pancreas fatica a controllare la sovrapproduzione e rilascia meno insulina del necessario per questo si può aiutare il processo sia riducendo l’insulino-resistenza sia aiutando il pancreas a produrre le quantità necessarie. In affiancamento ai farmaci è possibile ottenere risultati rilevanti con la perdita di peso e con l’esercizio fisico.

Diabete gestazionale
Il diabete gestazionale o diabete gravidico è una forma di diabete di tipo 2 che si presenta all’incirca nel 10% delle gravidanze nella seconda metà o nell’ultimo trimestre e che tende a scomparire a poca distanza dal parto anche se rappresenta una condizione di rischio a sviluppare il diabete negli anni a venire.

Forme intermedie
Alcune forme di diabete di origine autoimmune come il diabete di tipo 1 mantengono una residua produzione di insulina per cui l’evoluzione della malattia è simile al diabete di tipo 2. Le forme intermedie sono molto frequenti e possono insorgere in ogni fase della vita.

Cause del diabete e fattori di rischio
Benché non sia stata ancora individuata una causa certa del diabete di tipo 1 i principali fattori di rischio sono:
sovrappeso e obesità;
fattori genetici, la familiarità aumenta il rischio di sviluppare il diabete di tipo 1;
etnia, il maggior numero di casi si registra nei Paesi del nord Europa. La Sardegna rappresenta un’eccezione, con una delle incidenze più alte del mondo;
esposizione ad alcuni virus (morbillo, cytomegalovirus, Epstein-Barr, coxsackievirus) che possono attaccare e distruggere le cellule del pancreas scatenando la risposta autoimmunitaria;
fattori ambientali, come il consumo precoce di latte di mucca e di cereali prima dei tre mesi di vita.
La maggior parte dei casi di diabete di tipo 2 possono essere riconducibili all’obesità e alla mancanza di attività fisica. Altre condizioni che aumentano il rischio di sviluppare il diabete sono:
diabete gestazionale, ossia il diabete che compare nel corso di una gravidanza;
età, il diabete di tipo 2 solitamente interessa per lo più persone al di sopra dei 65 anni;
etnia, il diabete di tipo 2 è più frequente nelle popolazioni dell’Africa sub-sahariana e del Medio Oriente e Nord Africa;
dieta a elevato contenuto di grassi;
fumo di sigaretta;
consumo di alcol;
sedentarietà.

Segni e sintomi del diabete
I sintomi della malattia, dipendono dal tipo di diabete.
Nel diabete di tipo 1 i sintomi più frequenti sono:
poliuria, ossia l’elevata quantità di produzione di urina anche durante di notte (nicturia);
forte disidratazione;
intensa sensazione di sete (polidipsia);
esigenza dell’organismo di reintegrare i liquidi;
sensazione di stanchezza (astenia);
perdita di peso, frequenti infezioni.
Nel diabete tipo 2, invece, i sintomi sono meno evidenti, hanno uno sviluppo molto più lento e solitamente non consentono una diagnosi rapida, per cui possono passare inosservati per mesi o anni. Solitamente i sintomi più comuni, che si aggiungono a quelli specifici del diabete di tipo 1, includono:
polifagia (fame intensa);
improvviso offuscamento della vista;
ulcere che guariscono lentamente;
presenza di zucchero nelle urine;
formicolio ai piedi.

Come prevenire il diabete
Il diabete di tipo 1 non può essere prevenuto ma alcune semplici regole di vita, comuni a entrambe le forme di diabete, possono aiutare a gestire meglio la propria condizione:
perdere peso se si è in una condizione di sovrappeso;
mantenere i livelli di pressione e di colesterolo sotto controllo;
seguire una dieta corretta;
fare una regolare attività fisica;
assumere i farmaci regolarmente;
non fumare;
effettuare controlli annuali degli organi bersaglio del diabete;
fare ogni anno la vaccinazione antinfluenzale;
esaminare tutti i giorni i piedi, anche tra le dita, dopo averli lavati con acqua tiepida e asciugati, facendo attenzione alla comparsa di vesciche, piccole ferite, arrossamenti.

Che cosa fare in caso di diabete
Il primo riferimento in caso si presentino i sintomi caratteristici del diabete è il medico di famiglia che può proporre una valutazione specialistica. Il medico diabetologo porrà le basi per una diagnosi accurata di diabete e una impostazione terapeutica corretta.

Diagnosi di diabete
La diagnosi di diabete si fa attraverso gli esami del sangue. I test principali sono:
glicemia al mattino dopo aver osservato almeno 8 ore di digiuno. Valori uguali o superiori a 126 mg/dl sono possono indicare “diabete”;
emoglobina glicata(HbA1c) per una valutazione media della glicemia degli ultimi 2-3 mesi. Valori superiori a 6,5% può indicare la presenza di diabete;
test da carico glucidico che si valuta dopo aver bevuto una bevanda contenente 75 grammi di glucosio: una glicemia a distanza di due ore uguale o superiore a 200 mg/dl, indica la presenza di diabete.

Complicanze del diabete
Il diabete di tipo 1 può portare a numerose complicanze acute e croniche.
Nei giovani con diabete di tipo 1 la più temibile è l’ipoglicemia, ossia l’improvviso calo degli zuccheri nel sangue con glicemia inferiore a 70 mg/dl, che si accompagna a sudorazione, tremore, senso di fame, palpitazioni, a cui, possono aggiungersi confusione e debolezza. Assumendo zucchero, succo di frutta, miele o una bevanda dolce, la glicemia dovrebbe ristabilirsi in pochi minuti. L’assunzione di zuccheri va ripetuta fino a quando, rimisurando il valore, non si raggiungono i 100 mg/dl.

Una seconda complicanza è l’iperglicemia, per la quale il livello di glicemia può salire come conseguenza di un pasto troppo abbondante o per aver consumato dei cibi non raccomandati, a causa di una malattia concomitante o per non aver saltato la terapia. In caso di iperglicemia i campanelli che devono indurre a un controllo tempestivo della glicemia e della presenza di chetoni nelle urine sono: vista annebbiata, irritabilità, necessità di urinare spesso, sete intensa, stanchezza e difficoltà di concentrazione. Secondo quanto consigliato dal diabetologo, se la glicemia rimane al di sopra dei 250 mg/dl, è importante effettuare una somministrazione extra di insulina e avvertire immediatamente il dottore.

Il diabete di tipo 2 può dare complicanze a livello di diversi organi e possono risultare invalidanti se non addirittura mortali:
malattie cardiovascolari quali angina, infarto, ictus, arteriosclerosi a livello delle arterie delle gambe;
malattie oculari, come retinopatia diabetica, cataratta e glaucoma;
neuropatia, con danni a carico dei nervi che si manifesta con formicolii, bruciore, riduzione della sensibilità alle dita dei piedi estesa poi a tutto il piede e alla gamba; possono inoltre comparire diarrea o stipsi, nausea e vomito e negli uomini disfunzione erettile;
nefropatie, quali l’insufficienza renale;
amputazioni come conseguenza di gravi infezioni a partire da piccole ferite, indotte da scarpe strette o dall’uso di attrezzi per la pedicure infetti;
ipoglicemia e iperglicemia come nel caso del diabete di tipo 1.
Il rischio di tali complicanze può essere minimizzato mantenendo un buon controllo della glicemia e di altri fattori di rischio, quali l'ipertensione e il colesterolo alto.

Terapie del diabete
La terapia del diabete di tipo 1 prevede la somministrazione di insulina integrata per iniezione sottocutanea più volte al giorno o in continuo, somministrata mediante una siringa con un piccolo ago o attraverso una penna da insulina. Dispositivi quali microinfusori per la somministrazione endovena di insulina in dosaggi ridotti e in tempi determinati imita la velocità di azione dell’insulina prodotta dal pancreas dal soggetto non diabetico contribuendo sia al miglioramento della qualità di vita sia del compenso metabolico.
Il diabete di tipo 2 può essere controllato con ipoglicemizzanti orali e, quando questi risultano inefficaci o appaiono complicanze, con aggiunta di insulina. I principali farmaci ipoglicemizzanti appartengono a due categorie:
insulino-sensibilizzanti che contribuiscono a ridurre il fabbisogno di insulina (propria o somministrata);
insulino-stimolanti che aiutano il pancreas a produrre una sufficiente quantità di insulina in risposta al pasto.
Accanto alla terapia farmacologica è importante seguire un regime alimentare sano e praticare sport.

Alimentazione del paziente con diabete
Per quanto riguarda l’alimentazione, una persona con diabete di tipo 1 e di tipo 2 non deve privarsi di carboidrati, cereali, frutta, vegetali e latte magro con l’accortezza di ricordare che però i carboidrati possono influenzare la risposta glicemica.

La scelta deve però cadere sugli alimenti a basso indice glicemico. In tal senso la pasta è da preferire al pane e, soprattutto, al riso, da consumare alternativamente a legumi e cereali integrali. Nella dieta giornaliera vanno inclusi anche carne, pesce e uova tutti i giorni, come fonte di proteine, vitamine e sali minerali, limitando il consumo degli alimenti con elevata presenza di grassi animali, ricchi di colesterolo. Latte e latticini sono concessi, evitando però quelli troppo ricchi di grassi (come i formaggi stagionati) e quelli con zuccheri aggiunti (yogurt alla frutta o latte al cioccolato).

Consigliato anche il consumo di vegetali, ricchi di vitamine, sali minerali e fibre. Il consumo di dolci e bevande alcoliche va limitato a piccole porzioni saltuariamente.
Anche la frutta è importante per la dieta del paziente diabetico ma va consumata con moderazione perché fonte anche di carboidrati oltre che di vitamine, sali minerali e fibre. Sono invece da evitare le bevande zuccherate e i soft drink.

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Attività fisica del paziente con diabete
L’attività fisica da praticare 30-60 minuti a seduta almeno 3-4 volte alla settimana è fondamentale nella gestione del diabete. Diversi studi epidemiologici infatti dimostrano che i benefici di un esercizio fisico di tipo aerobico regolare nei pazienti diabetici di tipo 1 siano gli stessi dei soggetti non diabetici. Nei pazienti con diabete di tipo 2 i benefici risultano essere anche maggiori perché l’esercizio fisico previene l’iperglicemia e la sindrome metabolica.

Tra le attività consigliate: nuoto, camminata veloce, bicicletta, danza, sci di fondo, tennis, arti marziali. Ma sono anche utili gli esercizi per rinforzare i muscoli (esercizi con i pesi, esercizi per gli addominali, ecc.) e le ossa (basket, pallavolo, salto con la corda, ecc.). Sono invece sconsigliati: gli sport di combattimento, il sollevamento pesi, le immersioni.

L’importante, però, è praticare esercizio fisico in accordo con il proprio medico solo dopo aver ottenuto il certificato di idoneità dal proprio medico.

Fonti: ​
www.salute.gov.it
www.diabeteitalia.it
www.campagnadiabete.it
Data ultimo aggiornamento: 11/11/2016
Data di pubblicazione: 13/11/2015
www.paginemediche.it/medicina-e-prevenzione/disturbi-e-malattie/diabete-sintomi-complicanze-e-terapie?utm_source=Weekly+NL%3A+utenti+pubblici+NEW&utm_campaign=33ce874a7c-Newsletter_Pubblica_NEW_42_11_11_2016&utm_medium=email&utm_term=0_15908c0aeb-33ce874a7c-1...
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