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Malattia di Parkinson

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2015 20:42
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12/01/2015 20:42
 
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i disturbi del sonno possono essere indicatori precoci di insorgenza di malattia
Fino al 70% dei pazienti con malattia di Parkinson presentano disturbi del sonno che influiscono negativamente sulla loro qualità di vita. Alcuni pazienti hanno pattern sonno / veglia alterati, come difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, mentre altri pazienti possono essere soggetti a improvvisi e involontari attacchi di sonno durante il giorno.
In casi estremi, i pazienti con malattia di Parkinson possono presentare disturbo comportamentale nel sonno REM, caratterizzato da sogni vividi, violenti o rievocazione di sogni, anche prima della comparsa dei sintomi motori.

I disturbi del sonno nei pazienti con malattia di Parkinson possono avere un ampio range di effetti negativi e possono peggiorare nelle fasi successive della malattia.

La sonnolenza isola socialmente i pazienti e l’eccessiva sonnolenza può mettere i pazienti a rischio di cadute o di lesioni, e può comportare la rinuncia a guidare autoveicoli.

La sonnolenza può compromettere la funzione cognitiva e la concentrazione, esacerbare la depressione, e interferire con l'occupazione.

Il rimanere svegli durante la notte danneggia la veglia durante il giorno e può anche causare instabilità di umore e può mettere in difficoltà coloro che sono preposti alla cura ( caregiver ).

Secondo Wiebke Schrempf, della Technische Universität di Dresda ( Germania ), la diagnosi, il trattamento e la gestione di questi problemi in modo efficace sono essenziali per migliorare la qualità di vita e ridurre l'istituzionalizzazione di questi pazienti.

Schrempf e colleghi hanno descritto alcune delle complessità associate al trattamento dei disturbi del sonno nei pazienti con malattia di Parkinson, come il peggioramento dei disturbi del sonno con i farmaci dopaminergici usati per trattare i sintomi motori.
Le basse dosi di Levodopa o gli agonisti dopaminergici sono in grado di migliorare la qualità del sonno, in parte riducendo i sintomi motori come ipocinesia notturna ( diminuzione del movimento del corpo ), discinesia ( movimenti volontari anomali ), o tremore, che interferiscono con il sonno normale.
Tuttavia, gli stessi farmaci possono anche causare eccessiva sonnolenza diurna.

La presenza di altre condizioni comuni nei pazienti con malattia di Parkinson, come la depressione, la demenza, le allucinazioni, la psicosi possono interferire con il sonno.
Alcuni antidepressivi possono anche compromettere il sonno.

I problemi di sonno possono anche essere alla base di future malattie neurodegenerative. I pazienti con disturbi comportamentali del sonno REM presentano perdita intermittente del normale rilassamento muscolare durante il sonno REM e sogni vividi durante i quali possono gridare, ridere, o presentare movimenti ( sferrare calci e colpire con pugni ).

I disturbi comportamentali del sonno REM sembrano essere buoni predittori clinici di emergenti malattie neurodegenerative con una alta specificità e bassa sensibilità, mentre altre caratteristiche cliniche iniziali della malattia di Parkinson, come la disfunzione olfattiva e la stitichezza, sono meno specifiche.
Questi primi indizi possono aiutare a identificare i pazienti con malattia di Parkinson prima della comparsa dei sintomi motori, quando le terapie modificanti la malattia possono avere un maggiore impatto. ( Xagena2014 )

Fonte: Journal of Parkinson’s Disease, 2014

Neuro2014
www.neurologia.net/articolo/malattia-di-parkinson-i-disturbi-del-sonno-possono-essere-indicatori-precoci-di-insorgenza-di-...

Tratto
www.xagena.it
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"Cio’ che i Cattolici furono un tempo , noi lo siamo ora . Se noi abbiamo torto , allora anche i Cattolici hanno avuto torto per duemila anni . Noi siamo cio’ che un tempo siete stati voi. Noi crediamo in cio’ che voi un tempo credevate . La nostra fede e’ la stessa che un tempo avevate anche voi . Se noi abbiamo torto ora , avevate anche voi torto allora . Se avevate ragione voi allora , abbiamo ragione noi adesso".
Robert De Piante

“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger - Commentary on the documents of Vatican II, vol. V, p. 134, Herbert Vorgrimler - Ed. Herder and Herder)
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